A causa del crescente numero di casi di COVID-19 durante la pandemia del 2020, il Governo spagnolo, nella sessione straordinaria del sabato 14 marzo 2020, ha dichiarato lo stato di emergenza, decretando in questo modo l'imposizione della quarantena nazionale. La misura, entrata in vigore il giorno stesso alle 23:48, ha avuto come principale obiettivo la riduzione del numero di contagi.[1][2][3]
La quarantena ha costretto tutti i cittadini spagnoli e stranieri residenti in Spagna, fatta eccezione per i diplomatici, a stare rinchiusi nelle proprie residenze abituali, permettendo l'uscita solo in situazioni particolari, tra cui: l'acquisto di beni alimentari e medicinali, recarsi sul posto di lavoro o in caso di emergenza.[4][5] Inoltre, le restrizioni hanno imposto la chiusura di attività considerate non essenziali, tra cui, bar, ristoranti, discoteche, cinema, centri commerciali e vendite al dettaglio. Di fatto, molte aziende e PYME spagnole, sono state costrette a ricorrere agli ERTE, per mettere in cassa integrazione i propri dipendenti.[6]
In seguito all'annuncio della quarantena è stato registrato un significativo aumento dei casi confermati di COVID-19 in Spagna (66%), con 3146 casi rispetto ai 5232 casi censiti in data 13 marzo 2020.[7] La "decisione straordinaria", come l'ha definita il presidente del Governo di Spagna, Pedro Sánchez, è stata necessaria da prendere dal momento che si è trattato di una questione di "salute, crisi sociale ed economica".[2]
Per buona parte della popolazione spagnola è stato difficile rispettare le misure della quarantena: infatti, al 20 marzo sono state registrate 31100 denunce per il mancato rispetto delle misure di contenimento e 315 arresti per oltraggio a pubblico ufficiale.[8]
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