Offensiva di Belgrado

Offensiva di Belgrado
parte del Fronte orientale e del Fronte jugoslavo della seconda guerra mondiale
Reparti di carri T-34 del 4º Corpo meccanizzato delle guardie in preparazione dell'offensiva nei Balcani
Data28 settembre - 20 ottobre 1944
LuogoBelgrado, Serbia
EsitoVittoria sovietica e dei partigiani jugoslavi con il concorso dei bulgari
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
circa 200.000 soldati, numero di carri armati e aerei sconosciutocirca 300.000 soldati sovietici[1], 100.000 partigiani jugoslavi, 150.000 bulgari, circa 600 carri armati e cannoni d'assalto, 2.000 aerei[2]
Perdite
numero morti, feriti e prigionieri totale sconosciuto; in Belgrado: 15.000 morti e feriti, 9.000 prigionieri[3]18.700 morti e feriti, 53 carri armati e 66 aerei perduti[1] (dati riferiti solo ai sovietici, dati jugoslavi e bulgari non disponibili)
Voci di battaglie presenti su Wikipedia

L'offensiva di Belgrado, in russo Белградская операция (Belgradskaja operatsija), in tedesco Belgrader Operation, fu una grande manovra strategica di attacco, coronata da successo, sferrata nell'autunno 1944 dall'Armata Rossa nel settore meridionale del fronte orientale, durante la seconda guerra mondiale. Dopo il crollo del sistema di alleanze della Germania nei Balcani, a seguito della rovinosa sconfitta di Iași-Chișinău, e la defezione della Romania e della Bulgaria, le forze sovietiche raggiunsero preziose posizioni strategiche da cui poterono attaccare le numerose forze tedesche in Jugoslavia, riuscendo, con un audace movimento di mezzi corazzati, a raggiungere e liberare Belgrado (20 ottobre 1944), dopo una dura battaglia dentro la città.

All'operazione parteciparono con un ruolo di grande rilievo le forze jugoslave dell'Esercito popolare di liberazione di Tito, che entrarono nella capitale insieme ai carri armati sovietici e combatterono accaniti scontri dentro l'area urbana contro le truppe tedesche.

Anche l'esercito bulgaro ebbe una parte importante minacciando le linee di comunicazione nemiche. Tuttavia l'Esercito tedesco, nonostante la perdita della capitale jugoslava e le dure perdite subite, riuscì ad evitare la distruzione completa. Battendosi con accanimento ed abilità, salvaguardò le sue vie di comunicazione facendo ripiegare in salvo in Bosnia e Croazia le truppe presenti in Grecia e in Macedonia e continuando a combattere in questo teatro di operazioni fino alla resa finale del 1945.

  1. ^ a b Glantz e House, p. 437.
  2. ^ Erickson, p. 379.
  3. ^ Erickson, p. 389.

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search