Offensiva su Kiev

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Offensiva su Kiev
parte del fronte orientale della seconda guerra mondiale
Le truppe sovietiche entrano a Kiev liberata
Data3-13 novembre 1943
LuogoKiev, Ucraina
Esitovittoria sovietica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
400.000 soldati
400 mezzi corazzati
655 aerei[1]
671.000 soldati[2]
1.000 mezzi corazzati
800 aerei
Perdite
41.000 morti, feriti e prigionieri
600 mezzi corazzati
90 aerei[3]
6.500 morti
24.000 feriti
271 mezzi corazzati
125 aerei[2]
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L'offensiva su Kiev (in russo Киевская наступательная операция?, Kievskaja nastupatel'naja operacija) fu una grande operazione sferrata dall'Armata Rossa nel novembre 1943 sul fronte orientale durante la seconda guerra mondiale per sbucare dalle teste di ponte conquistate sul Dnepr e liberare la capitale ucraina di Kiev. L'offensiva ottenne pieno successo grazie all'audace piano adottato dal generale Nikolaj Vatutin, comandante del 1º Fronte Ucraino, che sorprese le difese tedesche e permise alle forze corazzate sovietiche di avanzare rapidamente a nord e a nord-ovest di Kiev, sfruttando la piccola testa di ponte di Ljutež.

Le truppe tedesche del Gruppo d'armate Sud del feldmaresciallo Erich von Manstein, schierate a difesa della linea del Dnepr, furono colte impreparate e non riuscirono a contrastare la rapida avanzata dei carri armati sovietici; Kiev venne liberata il 6 novembre. Nei giorni seguenti il comando tedesco, con l'afflusso di notevoli forze mobili di riserva, riuscì a fermare l'ulteriore avanzata nemica ad ovest di Kiev ed a contrattaccare ma non riuscì a riconquistare la capitale ucraina. La vittoria di Kiev ebbe grande importanza strategica per i sovietici e permise di superare in forze la linea del Dnepr su cui i tedeschi avevano sperato di costituire il cosiddetto Ostwall (il fronte fortificato difensivo); inoltre ebbe anche importanza propagandistica evidenziando i successi dell'Armata Rossa e l'andamento della guerra ormai favorevole all'Unione Sovietica.


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