Operazione Power Pack

Operazione Power Pack
parte della guerra fredda
Un mitragliere dei marines statunitensi in postazione nelle strade di Santo Domingo
Data28 aprile 1965 - 21 settembre 1966
LuogoRepubblica Dominicana
CausaScoppio della guerra civile dominicana tra costituzionalisti e lealisti
EsitoVittoria statunitense;
Joaquín Balaguer venne eletto presidente della Repubblica Dominicana
Schieramenti
Bandiera della Rep. Dominicana Rep. Dominicana (fazione lealista)
Bandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
Organizzazione degli Stati americani
Bandiera della Rep. Dominicana Rep. Dominicana (fazione costituzionalista)
Comandanti
Effettivi
Bandiera degli Stati Uniti 24 000 uomini
1 748 uomini:
  • Bandiera del Brasile 1 130 uomini
  • Bandiera dell'Honduras 250 uomini
  • Bandiera del Paraguay 184 uomini
  • Bandiera del Nicaragua 160 uomini
  • Bandiera della Costa Rica 21 uomini
  • Bandiera di El Salvador 3 uomini
Perdite
Bandiera degli Stati Uniti 47 morti e 172 feriti
1 morto e 17 feriti
-
Tra 3.000 e 6.000 vittime dominicane in totale
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Operazione Power Pack fu il nome in codice di un'operazione militare condotta dagli Stati Uniti d'America nell'aprile 1965 nel territorio della Repubblica Dominicana.

Paese soggetto a una forte instabilità politica dopo l'assassinio del dittatore Rafael Leónidas Trujillo nel 1961, la Repubblica Dominicana cadde preda di una violenta guerra civile a partire dal 24 aprile 1965. Le fazioni che si contendevano il potere erano rappresentate da un lato dai cosiddetti "costituzionalisti" (di orientamento progressista e favorevoli al ripristino dell'autorità del presidente Juan Bosch, deposto da un colpo di stato dei militari nel 1963) e dall'altro dai cosiddetti "lealisti" (di orientamento conservatore e rappresentati principalmente dai vertici delle forze armate che avevano deposto Bosch); la guerra civile si concentrò principalmente nelle strade della capitale Santo Domingo, teatro di sanguinosi scontri e massacri.

Il collasso dell'ordine interno e la presenza di esponenti dei movimenti comunisti dominicani nei ranghi dei costituzionalisti fecero paventare all'amministrazione statunitense del presidente Lyndon B. Johnson il pericolo che nella Repubblica Dominicana si potesse insediare un regime di estrema sinistra, a modello di quanto avvenuto nella vicina Cuba; il presidente autorizzò quindi lo spiegamento di reparti da combattimento statunitensi a Santo Domingo, inizialmente solo con la missione di evacuare in sicurezza i cittadini stranieri ma poi anche con il compito di favorire indirettamente un successo dei lealisti. Dopo brevi scontri, le forze statunitensi ebbero successo nell'isolare i quartieri cittadini controllati dalle milizie costituzionaliste, obbligandone i leader a trattare; i negoziati furono portati avanti dall'Organizzazione degli Stati americani (OSA), che per la prima volta nella sua storia approntò una missione di peacekeeping (la Forza di pace interamericana) per contribuire alla stabilizzazione della situazione.

I negoziati ebbero successo e portarono, il 3 settembre 1965, alla nomina di un governo provvisorio sotto Héctor García-Godoy sostenuto da entrambe le fazioni, che resse la nazione fino alle elezioni del giugno 1966 vinte dal conservatore Joaquín Balaguer; le ultime truppe statunitensi e dell'OSA furono quindi ritirate nel settembre 1966.


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