Mappa animata dei casi di COVID-19 nella Cina continentale.
Il primo paziente confermato ha iniziato a manifestare sintomi già il 1º dicembre 2019,[6] anche se il South China Morning Post ha successivamente riferito che un'analisi retrospettiva ha mostrato che il primo caso potrebbe essere stato quello di un 55enne della provincia di Hubei già dal 17 novembre 2019.[7][8] I primi casi hanno coinvolto principalmente lavoratori del mercato umido di Wuhan in cui si vendeva pesce e altri animali, anche vivi. Solo il 31 dicembre 2019, a seguito di documenti non ufficiali comparsi sul web, la Cina ammise che vennero riscontrati dei casi di polmonite sconosciuta collegati al mercato di Wuhan. Dato il possibile scoppio di una epidemia a livello nazionale, la Commissione Nazionale di Sanità cinese si vide costretta a inviare esperti da Pechino al capoluogo dello Hubei, Wuhan.[9] I governi locali di Wuhan e dell'Hubei sono stati ampiamente criticati, anche a livello internazionale, per le loro risposte in ritardo ed esitanti al virus e per la censura delle informazioni ad esso relative durante e, in parte, dopo l'epidemia iniziale, anche durante le sessioni parlamentari locali.[10][11][12][13][14][15] Ciò ha consentito la diffusione precoce del virus,[15][16] poiché un gran numero di cinesi è tornato a casa per le vacanze del capodanno cinese da e attraverso Wuhan, importante snodo dei trasporti.[15][17][18] Dal 23 gennaio 2020, a quasi 2 mesi dal primo contagio, sono state introdotte misure di contenimento come il blocco di Wuhan e della provincia di Hubei e l'obbligo di utilizzo delle mascherine,[19] che hanno ridotto e ritardato il picco dell'epidemia.[20] Nonostante ciò, entro il 29 gennaio, il virus si era diffuso in tutte le province della Cina continentale.[21][22][23] Il 31 gennaio, a 2 mesi dal primo contagio, l'Organizzazione mondiale della sanità dichiarò l'epidemia un'Emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale.[23] Una grave carenza di dispositivi di protezione individuale in Cina[24] portò diversi Paesi a inviare aiuti internazionali, comprese forniture mediche.[25][26][27]
All'8 febbraio 2020, morirono oltre 700 persone a causa della polmonite causata da coronavirus e più di 34000 furono i casi totali di positività. Nel solo Hubei vi furono 24953 casi e 699 deceduti.[28] Questo ha portato tutte le province e divisioni cinesi a dichiarare lo Stato d'emergenza sanitaria ed attuare i migliori procedimenti al fine di ridurre la diffusione dell'epidemia.[29] Il 31 gennaio 2020 l'OMS dichiara l'emergenza sanitaria come non più di solo interesse cinese ma di interesse mondiale[23] per il timore che, nonostante la Cina "stesse facendo il possibile", la diffusione si potesse diffondere in Paesi in cui i sistemi igienico-sanitari non sono robusti come quello cinese.[30]
Il Segretario generale del PCCXi Jinping informò che la Cina stava affrontando una "situazione grave".[31][32] Il Politburo del PCC ha istituito un gruppo appositamente per la battaglia contro il coronavirus, capeggiato dal Primo ministro cinese Li Keqiang. Vengono annullate tutte le celebrazioni per il Capodanno cinese il quale, durante il periodo del Chunyun (Festa di Primavera), viene riconosciuto come la più grande migrazione umana annuale, con un numero di passeggeri che supera i 2 miliardi. A tutti i passeggeri venne misurata la temperatura.[33] Gruppi per il controllo dell'epidemia sono stati istituiti in differenti regioni, tra le quali lo Hubei e Wuhan. Molte tratte bus nazionali[34] e ferroviarie sono state sospese.[35]
Il 23 gennaio 2020 le autorità di Wuhan decidono di mettere in quarantena la megalopoli chiudendo l'aeroporto e fermando tutti i mezzi di trasporto pubblico invitando la popolazione a non spostarsi dalla città per evitare che il virus possa propagarsi ulteriormente;[36] Pechino annulla i festeggiamenti per il Capodanno cinese, stessa decisione presa in seguito da Macao.[37][38]
Al 29 gennaio viene messo in quarantena l'intero Hubei. Misure restrittive simili vengono applicate anche ad altre città vicine come a Huanggang, Wenzhou e Hangzhou.[39] In tale giorno, vengono poste le basi per la costruzione di un nuovo ospedale per curare i pazienti affetti da tali patologie. La regione dello Hubei inizia anche a soffrire della carenza di mascherine e attrezzature varie, nonostante viene riconosciuto come il fulcro manifatturiero per la produzione mondiale di tali materiali.[40] Per sopperire alla mancanza di posti letto, la città di Wuhan inizia a costruire in tempi record ospedali da campo provvisori. Il 23 gennaio inizia la costruzione di uno dei 16 ospedali, quello che ottenne più clamore mediatico a livello nazionale, l'Ospedale Huoshenshan. Il 3 febbraio 2020 venne aperta una prima ala dell'ospedale, ultimata l'8 febbraio grazie a lavoratori che si sono impegnati 24 ore su 24 per il completamento della struttura, inaugurandolo per intero solamente 16 giorno dopo l'inizio dei lavori.[41]
Il 25 febbraio, per la prima volta, il numero di casi fuori dalla Cina supera il numero di quelli nazionali. Il 6 marzo il numero di nuovi casi nazionali si riduce a non più di 100 unità al giorno, riducendo drasticamente i numeri che nemmeno due settimane prima superavano le 1 000 unità giornaliere.[42] Il 13 marzo i casi di contagio da ritorno, ovvero i casi importati di cittadini cinesi e non di ritorno dall'estero, superano quelli domestici.[43]
A causa dell'aumento esponenziale di casi di infezione, non furono rari casi di xenofobia e razzismo in generale nei confronti di cittadini cinesi, sia a livello locale cinese che a livello nazionale. Molti furono i governi che intimarono di interrompere immediatamente qualsiasi comportamento razzista nei confronti dei cittadini cinesi.[44][45] Il governo cinese sembra abbia lavorato duramente sulla censura di tutti quei contenuti di insoddisfazione comparsi online collegati con le misure di contenimento, cercando di far trasparire solo reazioni positive.[46]
Il 25 marzo il Premier cinese Li Keqiang dichiara che il contagio in Cina è stato fondamentalmente bloccato e che l'epidemia è tuttora sotto controllo.[47]
Il 13 aprile viene annunciato un nuovo focolaio a Suifenhe, importato dalla Russia e vengono registrati 95 nuovi contagi. Il 14 e 15 aprile la situazione del focolaio peggiora, infatti vengono registrati nuovi 106 contagiati. Nel giorno seguente viene registrato un calo.
Al 17 aprile, il focolaio ha causato 322 contagiati e 4 decessi. Nello stesso giorno la Cina rifà i conti del bilancio e aggiunge altri 325 contagiati e 1.290 morti, quasi tutti nella città focolaio di Wuhan, mentre Pechino annuncia che la situazione non è più sotto controllo. Il numero di morti in tutta la Cina sale così di quasi il 39%, arrivando a 4.634.[48]
Il 25 giugno 2020 la Cina ha dichiarato di aver eseguito più di 90 milioni di test di acido nucleico per verificare la positività al COVID-19.[49]
^Le fonti affermano che il virus è partito da Wuhan quattro mesi prima dello scoppio, ma non è stata data la data esatta del suo arrivo in Cina, ponendo l'arrivo della pandemia in Cina e causa diffusione nel Globo da qualche parte tra il 29 agosto e il 1 dicembre.
^Numero complessivo di casi confermati e sospetti.
^武汉肺炎:疫情爆发至今大事记 - BBC News 中文, su web.archive.org, 5 febbraio 2020. URL consultato il 25 giugno 2021 (archiviato dall'url originale il 5 febbraio 2020).