Parkinsonismi

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Parkinsonismo
Uomo con postura flessa (camptocormia) parkinsoniana (1892)
Specialitàneurologia
Eziologiamalattia di Parkinson
Classificazione e risorse esterne (EN)
ICD-9-CM332
ICD-10G21 e G22
MeSHD020734
MedlinePlus000759
Eponimi
James Parkinson

Oltre alla malattia di Parkinson esistono molti quadri clinici che appartengono alla famiglia delle malattie extrapiramidali e che per la loro somiglianza con la suddetta malattia sono detti appunto parkinsonismi.

Il parkinsonismo è una sindrome clinica, che deriva il nome dall'essere appunto la presentazione principale del Parkinson, ed è caratterizzata da tremore (a riposo, e raramente d'azione, se non in comorbilità con tremore essenziale), acatisia (spinta a muoversi, il sintomo extrapiramidale più comune), bradicinesia (movimenti lenti), rigidità, ipotensione ortostatica, bradipsichismo, acinesia o sindrome ipocinetica, discinesia, disordini dell'equilibrio e a volte altri sintomi presenti nel Parkinson, come camptocormia (postura flessa in avanti), camminata con tratto di Gowers o festinatio, ossia piccoli passi accelerati, insonnia o ipersonnia, ipertonia, astenia, mancanza o diminuzione di mimica facciale (amimia, ipoamimia), passo strascicato, disartria e afasia motoria (difficoltà o impossibilità a parlare), oppure bradilalia (parlata lenta), ecc.[1][2]

Anche se i parkinsonismi condividono alcuni sintomi presenti nella malattia di Parkinson (da cui mutuano il nome), differiscono dal morbo di Parkinson per via che quest'ultima è una malattia neurodegenerativa progressiva. Il parkinsonismo non è quasi mai progressivo, anche se a volte può essere legato a patologie di questo tipo come causa primaria. Le cause di parkinsonismo sono numerose e la diagnosi può essere complessa.[3][4] La condizione neurodegenerativa della malattia di Parkinson (PD) è la causa più comune di parkinsonismo, tuttavia una vasta gamma di altre eziologie può portare ad una serie simile di sintomi: tossine, alcune malattie metaboliche e altre condizioni neurologiche diverse dal Parkinson.[5]

Circa il 7% delle persone con parkinsonismo hanno sviluppato i loro sintomi dopo il trattamento con particolari farmaci come effetto collaterale: antipsicotici (con accentuazione paradossa di alcuni sintomi psichiatrici) prevalentemente neurolettici tipici (a volte anche antipsicotici atipici in politerapia) soprattutto le fenotiazine (ad esempio perfenazina e clorpromazina), tiotixene (come flupentixolo e zuclopentixolo) e butirrofenoni (aloperidolo o Haldol), piperazine (come ad esempio ziprasidone), e raramente antidepressivi. L'incidenza di parkinsonismo è indotto da farmaci con l'aumentare dell'età. Il parkinsonismo da farmaci può non peggiorare, ossia può non progredire come nel morbo di Parkinson.[6]

  1. ^ Aminoff MJ, Greenberg DA, Simon RP, Clinical Neurology (6th ed.), Lange: McGraw-Hill Medical, 2005, pp. 241–5, ISBN 0-07-142360-5.
  2. ^ Bradley J. Robottom; William J. Weiner; Lisa M. Shulman, International Neurology: A Clinical Approach, Blackwell Publishing Ltd, 2009, pp. 152–158, ISBN 978-1-4051-5738-4.
  3. ^ Rao G, Fisch L, Srinivasan S, et al, Does this patient have Parkinson disease?, in JAMA, vol. 3, n. 289, 2003, pp. 347-353.
  4. ^ Tuite PJ, Krawczewski K, "Parkinsonism: a review-of-systems approach to diagnosis"., Seminars in neurology 27 (2), 2007, pp. 113–22., PMID 17390256..
  5. ^ Christine CW, Aminoff MJ, Clinical differentiation of parkinsonian syndromes: prognostic and therapeutic relevance ., in Am. J. Med. 117 (6), 2004, pp. 412–9, PMID 15380498..
  6. ^ parkinsons.org.uk, https://web.archive.org/web/20130626024034/http://www.parkinsons.org.uk/PDF/FS38_druginducedparkinsonism.pdf (archiviato dall'url originale il 26 giugno 2013).

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