Con dottrina patristica (dal latino pater, patris, "padre") si intende la filosofia cristiana dei primi secoli, elaborata dai Padri della Chiesa e dagli scrittori ecclesiastici. Dopo il periodo dell'apologetica, che aveva visto gli scrittori cristiani impegnati nella difesa della loro religione dalle tesi morali e filosofiche ad essa contrarie, si giunge alla concessione ai cristiani della libertà di culto con l'editto di Milano (313): non è più necessario difendere la dottrina cristiana. Gli scrittori cristiani hanno così la possibilità di impegnarsi nell'evangelizzazione della religione e nell'indagine dei testi sacri (esegesi).
Costoro si rendono tuttavia consapevoli della sopravvivenza dei modelli ereditati dalla cultura pagana: si sentono perciò in dovere di fare i conti con il fascino che la filosofia, la retorica e la letteratura antiche continuano ad esercitare. Da qui la ricerca di un possibile dialogo (spesso sull'esempio di Origene): da un lato si cerca di interpretare il cristianesimo mediante concetti ripresi dalla filosofia greca, dall'altro si riconduce il significato di questa alla nuova religione.
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