Persecuzione religiosa

Deportazione di civili armeni verso un campo di prigionia, 1915. Il genocidio armeno perpetrato dai turchi è uno dei casi più noti di persecuzione religiosa nel XX secolo.

La persecuzione religiosa è il maltrattamento sistematico di un individuo o di un gruppo di individui, anche in relazione alla negazione di diritti, come una risposta al loro credo religioso[1]. La tendenza della società o dei gruppi all'interno della società di alienare o reprimere il credo religioso è un tema ricorrente nella storia dell'uomo. Inoltre, poiché le convinzioni religiose di una persona determinano spesso in misura significativa la sua moralità e l'identità personale, le differenze religiose possono generare importanti fattori culturali.

La natura della persecuzione può comprendere la censura, la distruzione di beni ed edifici, l'arresto di fedeli fino ad arrivare all'attuazione di vere e proprie pratiche di sterminio[1].

Diverse religioni sono di volta in volta considerate inaccettabili da singoli stati, da maggioranza religiose ma anche da gruppi sociali indipendenti[1]. A livello sociale, questa disumanizzazione di un particolare gruppo religioso può facilmente trasformarsi in violenza o altre forme di persecuzione, provocate da fanatismo (la denigrazione del credo religioso diverso da parte di un altro credo) o dalle autorità, quando si considera un particolare gruppo religioso come una minaccia ai propri interessi o alla propria sicurezza.

Forme di persecuzione sono presenti anche in stati nei quali, sebbene venga formalmente riconosciuta la libertà religiosa, alcuni gruppi religiosi vengono popolarmente considerati non accettabili[1].

  1. ^ a b c d Robert S. Ellwood, Gregory D. Alles, The Encyclopedia of World Religions, DWJ Books, 2007 (voce "persecution, religious", pagg. 340-341)

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