Polimerizzazione a catena

La polimerizzazione a catena è una delle due grandi classi distinte di reazioni di polimerizzazione proposte da Paul Flory nel 1953; l'altra è la polimerizzazione a stadi.[1]

La polimerizzazione a catena avviene per addizioni successive, e in genere non sono presenti sottoprodotti, quindi, seguendo la precedente classificazione di Wallace Carothers (del 1929), si tratta in genere di una polimerizzazione per addizione.[2][3] Esistono comunque delle eccezioni; ad esempio il poliuretano è un polimero di addizione, ma la sua produzione avviene tramite polimerizzazione a stadio.

Questo tipo di polimerizzazione è detto a catena perché ogni passaggio dipende da quello precedente, e permette quello successivo.

In questo genere di reazioni sono coinvolti per lo più monomeri vinilici, ovvero monomeri in cui è presente un doppio legame C=C; sono tuttavia possibili polimerizzazioni a catena anche con monomeri di altro tipo (come ad esempio gli eteri ciclici).
Si possono avere diverse tipologie di polimerizzazione a catena, a seconda della tipologia della specie attiva:

Nella polimerizzazione radicalica (detta anche poliaddizione radicalica) le molecole reattive sono dei radicali, mentre nelle polimerizzazioni cationiche e anioniche le molecole reattive sono rispettivamente dei carbocationi e carbanioni. Si differenziano per la modalità di scissione del legame.

  1. ^ Susan E. M. Selke, John D. Culter, Ruben J. Hernandez, "Plastics packaging: Properties, processing, applications, and regulations", Hanser, 2004, p.29. ISBN 1569903727
  2. ^ W. H. Carothers, "Journal of American Chemical Society", 1929, 51, 2548
  3. ^ Paul J. Flory, "Principles of Polymer Chemistry", Cornell University Press, 1953, p.39. ISBN 0801401348
  4. ^ (EN) IUPAC Gold Book, "radical polymerization"
  5. ^ (EN) IUPAC Gold Book, "ionic polymerization"

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