Il toponimo deriva dal nome della popolazione dei Longobardi (Langbard in longobardo), quella popolazione di origine germanica che nel 568 invase l'Italia e fece di Pavia la capitale del suo regno (Regno d'Italia) di estensione, a suo tempo, ben più vasta di quella attuale della Lombardia (esclusa però l'attuale Provincia di Mantova).
La superficie della Lombardia si divide quasi equamente tra pianura (che rappresenta circa il 47,1% del territorio) e le zone montuose (che ne rappresentano il 40,5%). Il restante 12,4% della regione è collinare.
Sotto l'aspetto morfologico la regione viene divisa in quattro parti: una strettamente alpina, una montuosa o collinare, una pianeggiante o poco mossa suddivisa in Alta e Bassa pianura ed infine la zona a sud del fiume Po. La regione è attraversata da decine di fiumi (tra cui il fiume più grande d'Italia) ed è bagnata da centinaia di laghi di origine naturale ed artificiale.
La corte lombarda (più semplicemente corte) è una particolare tipologia architettonica abitativa dell'area insubre.
Le corti sono più precisamente un insieme di abitazioni, dette case di corte, costruite attorno ad un'aia o cortile e che hanno un unico ingresso in comune dalla strada, tramite un portone; il tutto farebbe pensare ad un'aggregazione di dimore rustiche, come le cascine, ma in realtà esse sono tipiche dei centri storici di paesi e cittadine dell'Insubria. Ne esistono anche di più complesse, dove all'interno vi sono stretti vicoli, che mettono in comunicazione svariati cortili interni, dando l'idea di un piccolo quartiere privato, con pochissimi ingressi dalle vie circostanti, al massimo tre o quattro.
Esse si concentrano nelle province di Milano, Varese, Como, Lecco, Lodi e Pavia e, a discapito dell'appellativo "-lombarda", anche nelle province di Novara e Verbania, zone storicamente e culturalmente insubri o lombarde occidentali.
La vittoria angioina a Benevento (26 febbraio 1266) segnò il trionfo del partito guelfo nell’Italia centro-settentrionale. Il 4 aprile 1267 i rappresentanti delle città e dei signori guelfi si incontrarono a Milano per rinnovare la lega contro Corradino di Svevia che stava per scendere in Italia, e ne affidarono il comando a Napo, al fratello Raimondo e al marchese di Monferrato. Napo tenne in questa occasione un atteggiamento ambiguo, senza mai attaccare Corradino insediato a Pavia, forse per contrasti col Papa. Dopo la morte di Corradino a Tagliacozzo, Carlo d'Angiò avrebbe voluto estendere la sua signoria a tutto il nord Italia, ma Napo non sostenne nelle sue mire e si attirò in questo modo la vendetta dell’angioino, che fomentò ovunque ribellioni contro i Torriani. Nel 1273 venne eletto re dei Romani Rodolfo d’Asburgo e Napo gli si avvicinò per riequilibrare il perduto appoggio di Carlo d’Angiò, ricevendone il vicariato imperiale nel 1274. A questo punto Ottone Visconti, divenuto nel frattempo il punto di riferimento della nobiltà di Milano, dell'Alto Milanese e del Locarnese, contrarie alla Casata della Torre, mosse guerra con il loro appoggio ai Torriani, che sconfisse nel 1277. Napo Torriani fu l’ultimo Signore di Milano della famiglia Della Torre. Il dominio sulla città meneghina passò quindi ai Visconti.
Per la bellezza della sua architettura e dei suoi affreschi trecenteschi è uno dei più importanti complessi medievali della Lombardia; fu fondata nel 1176 e completata nel 1348 dagli Umiliati, un ordine religioso formato da monaci, monache e laici che, attorno all'attuale chiesa, conducevano vita di preghiera e di lavoro, in particolare fabbricando panni di lana e coltivando i campi con sistemi di lavorazione assolutamente innovativi. Dopo la soppressione degli Umiliati ad opera di Carlo Borromeo, l'abbazia passò ai BenedettiniOlivetani, successivamente soppressi dal governo austriaco e costretti ad abbandonare l'abbazia.
La facciata è a capanna, caratteristica per le bifore aperte sul cielo, con tessitura muraria in mattoni a vista, solcata da due semicolonne che la tripartiscono, con decorazioni di pietra bianca.
A Brescia rientra nel patrimonio UNESCO il monastero di Santa Giulia con la chiesa di San Salvatore. Fondata nel 753 come chiesa del monastero femminile, la chiesa di San Salvatore nel corso dei secoli fu più volte rimaneggiata ed entrò a far parte del nuovo complesso conventuale, la cui chiesa dedicata a santa Giulia fu terminata nel 1599.
Inizialmente parte della società calcisticaAmbrosiana-Inter, con il cui nome vinse il primo campionato italiano assoluto e dal quale si scisse quasi subito assumendo il nome attuale, conobbe il suo momento migliore nell'anteguerra, conquistando 13 dei 15 titoli in palio e dando vita a una rivalità con il Rugby Roma per buona parte degli anni trenta; vinse un quattordicesimo titolo nell'immediato dopoguerra e, dopo un lento declino e la retrocessione in serie B nel 1969, si ripropose a livello nazionale negli anni novanta, quando accoppiò per un breve periodo il suo nome a quello della polisportiva la cui capofila era l'Associazione Calcio Milan di Silvio Berlusconi e contese al Benetton Treviso la supremazia in campionato, aggiudicandosi quattro ulteriori scudetti, con i quali raggiunse il primato tuttora insuperato di 18 titoli vinti; dopo aver ceduto il titolo sportivo al Calvisano nel 1998, lo riacquisì nel 2002 dopo la rifondazione societaria.
Lo svizzero Henry Dunant rimase fortemente impressionato dalla terribile carneficina e dalla disorganizzazione con cui furono portati i soccorsi durante la battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno1859). Per tale motivo fondò in seguito la Croce Rossa Internazionale.
«La Brianza è il paese più delizioso di tutta l'Italia, per la placidezza dei suoi fiumi, per la moltitudine dei suoi laghi, ed offre il rezzo dei boschi, la verdura dei prati, il mormorio delle acque, e quella felice stravaganza che mette la natura ne' suoi assortimenti»
L'impostazione generale deriva dalle icone bizantine, diffusissime a Venezia, ravvivate però da un lirismo e una vitalità che mettono le figure in intimo contatto con lo spettatore. La linea fortemente incisa della figura del Bambino, che dà una certa scultoreità alla sua figura ben tornita, rimanda invece all'esempio di Francesco Squarcione e della sua bottega, un altro degli interessi fondamentali del giovane Giovanni.
La maschera di Arlecchino ha origine dalla contaminazione di due tradizioni: lo Zanni bergamasco da una parte, e "personaggi diabolici farseschi della tradizione popolare francese", dall'altra.
La carriera teatrale di Arlecchino nasce a metà del cinquecento con l'attore di origine bergamasca Alberto Naselli (o probabilmente Alberto Gavazzi) noto come Zan Ganassa che porta la commedia dell'arte in Spagna e Francia sebbene fino al 1600 - con la comparsa di Tristano Martinelli - la figura di Arlecchino non si possa legare specificatamente a nessun attore.
La cultura di Remedello si sviluppò nell'età del rame (III millennio a.C.) nell'Italia settentrionale, in particolare nell'area padana. Il nome deriva dal comune di Remedello (BS) dove a fine ottocento sono state ritrovate numerose sepolture.
Sebbene le tombe rinvenute siano databili per la maggior parte al calcolitico, sono state ritrovate sepolture anche delle successive età del bronzo e del ferro.