Principato di Soragna | |
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Motto: Perspicacitas cum fortitudine[1] | |
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Dati amministrativi | |
Lingue ufficiali | Latino, italiano |
Lingue parlate | Volgare emiliano |
Capitale | Soragna |
Dipendente da | ![]() |
Politica | |
Forma di governo | Monarchia (marchesato, poi principato) |
Nascita | 1347 (marchesato) con Ugolotto Lupi; 1709 (principato) con Giampaolo IV Meli Lupi |
Causa | Investiture imperiali |
Fine | 1709 (marchesato) con Giampaolo IV Meli Lupi; 1791 (principato) con Giampaolo IV Meli Lupi |
Causa | Elevazione a principato; occupazione napoleonica |
Territorio e popolazione | |
Bacino geografico | Emilia nord-occidentale |
Massima estensione | 50 km² circa nel 1678 |
Popolazione | 4.169 abitanti[2] nel 1678 |
Economia | |
Valuta | Moneta parmense e scudo di Soragna (1731) |
Risorse | Agricoltura, allevamento |
Commerci con | Stato Pallavicino, Ducato di Parma e Piacenza |
Religione e società | |
Religione di Stato | Cattolicesimo |
Religioni minoritarie | Ebraismo |
Classi sociali | Nobiltà, clero, contadini |
Evoluzione storica | |
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Succeduto da | ![]() |
Il principato di Soragna era un feudo imperiale, situato ai confini con lo Stato Pallavicino, nell'attuale provincia di Parma. Signoria già dal 1198, fu elevata a marchesato il 20 settembre 1347 con diploma dell'imperatore Carlo IV di Lussemburgo (1316-1378) a favore di Ugolotto Lupi[3]. I Lupi, i cui personaggi più noti sono Raimondino Lupi e Bonifacio Lupi, governarono il piccolo Stato fino al 5 marzo 1514, allorché morì il marchese Diofebo I, privo di eredi diretti, che aveva nominato successore Giampaolo I Meli Lupi, nipote di sua sorella Caterina e di Giovanni Meli che assunsero il nuovo cognome di Meli-Lupi. La loro discendenza è tuttora fiorente. Il 4 agosto 1709 Giuseppe I d'Asburgo conferì a Giampaolo IV il titolo di principe del Sacro Romano Impero. L'ultimo governante sovrano di Soragna è stato Guido IV, a causa dell'abolizione del feudalesimo da parte di Napoleone Bonaparte; si allontanò dal territorio nel 1791 insieme alla moglie principessa Giovanna Borromeo Arese, per poi rientrare, privo del potere temporale, sempre titolare, però, del rango nobiliare e dell'ingente patrimonio[4].
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