Proporzionale etnica

La proporzionale etnica (in tedesco Ethnischer Proporz) è lo speciale regime giuridico che in Alto Adige disciplina l'ammissione ai pubblici impieghi e al godimento di determinati diritti, in particolare l'assegnazione di alloggi popolari, in modo da garantire un'allocazione proporzionale ai tre gruppi linguistici italiano, tedesco e ladino. Lo strumento è stato introdotto per contrastare gli effetti di discriminazione delle minoranze linguistiche non-italiane presenti nella provincia di Bolzano (sud-tirolesi di lingua tedesca e ladina), perpetrate durante il fascismo, ma aventi effetto anche nel secondo dopoguerra a causa del mancato riequilibrio delle risorse pubbliche fino negli anni Sessanta del Novecento[1], e per bloccare la pesante snazionalizzazione del gruppo linguistico tedesco causata dall'elevata recente immigrazione del gruppo linguistico italiano nella Provincia di Bolzano.[2][3] Oggi lo strumento incontra notevoli critiche perché ritenuto in parziale contrasto con la legislazione europea nonché per la presenza di nuove minoranze linguistiche grazie alla migrazione.[senza fonte]

La dichiarazione di appartenenza ad un gruppo linguistico è libera, non sottostà ad alcuna forma di esame oggettivo e può essere modificata successivamente cambiando gruppo di appartenenza. Tutela anche gli italiani residenti nella provincia di Bolzano perché non subiscono la concorrenza degli italiani provenienti da altre province italiane e che non conoscono il tedesco[4].

La dichiarazione di appartenenza viene effettuata durante il censimento.

  1. ^ Anthony Alcock, The South Tyrol Autonomy, County Londonderry/Bozen-Bolzano, May 2001 Archiviato il 9 giugno 2011 in Internet Archive.
  2. ^ Dal sito ufficiale della Provincia di Bolzano - Una autonomia per tre gruppi: "(…) Dal punto di vista storico-culturale il gruppo più “giovane” dell’Alto Adige è quello italiano, che visse il momento di maggiore incremento all’epoca del fascismo, negli anni ‘20 e ‘30 del Novecento, quando il regime di Mussolini cercò di potenziare il “carattere italiano” dell’Alto Adige attraverso una massiccia immigrazione da altre regioni. La politica di nazionalizzazione è testimoniata dai numeri: nel censimento del 1910 il Sudtirolo contava 7.339 italiani, nel 1961 erano diventati 128.271. La percentuale del gruppo linguistico italiano nella popolazione complessiva era salita in mezzo secolo dal 2,9% al 34,3%.(...)" http://www.provincia.bz.it/politica-diritto-relazioni-estere/autonomia/autonomia-tre-gruppi.asp
  3. ^ Alfons Gruber, Storia del Sudtirolo, Athesia editore, 2001, pag. 46-47: (…) All'inizio degli anni trenta la politica fascista adotta quindi un nuovo corso; l'influsso di Tolomei è determinante per l'avvio della nuova tattica, al centro della quale si mette Bolzano. Allora la città contava in cifra tonda 40.000 abitanti, in maggioranza tedeschi. Tolomei si prefisse: Bolzano deve diventare una città di centomila abitanti, naturalmente italiani. Ma come fare per aumentare in breve tempo la popolazione fino a centomila abitanti? - gli chiedono gli amici. Ed il senatore fascista rispose: "Per mezzo di massiccia immigrazione di italiani dalle altre regioni!".
  4. ^ Alfons Gruber, Storia del Sudtirolo, Athesia editore, 2001, pag. 136: "(…) la proporzionale etnica tutela anche gli italiani residenti nella provincia; infatti i concorrenti agli uffici statali e provinciali provenienti da altre province vengono praticamente esclusi, perché non sanno il tedesco. Mentre in altre province si presentano talvolta ai concorsi per pochi posti, decine di migliaia di candidati, nel Sudtirolo ai concorsi provinciali sono ammessi soltanto coloro che padroneggiano le due lingue ufficiali (…)"

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