Proteste dei contadini indiani del 2020-2021 | |||
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Data | 9 agosto 2020 – 11 dicembre 2021 | ||
Luogo | India | ||
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Le proteste dei contadini indiani del 2020-2021 sono state una serie di manifestazioni attuate dai contadini indiani per protestare contro tre leggi approvate dal governo indiano nel settembre 2020.
Il governo centrale indiano, guidato dal partito Bharatiya Janata del primo ministro Narendra Modi, aveva intenzione di realizzare, con tali norme, una riforma agricola su larga scala, liberalizzando il sistema normativo del settore agricolo e instaurando un sistema di contratti in modo uniforme su tutto il territorio nazionale.[1][2]
Secondo stime governative, la riforma avrebbe avuto conseguenze per circa il 60% della popolazione indiana. Dalla fine del 2020 le proteste hanno paralizzato, seppur pacificamente, la capitale e molte altre città del Paese. Nonostante a gennaio 2021 la Corte Suprema avesse ritardato di 18 mesi l'entrata in vigore delle leggi, i contadini hanno continuato ad occupare le piazze con l'obiettivo di ottenere l'abrogazione delle leggi.[3]
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