Quartiere IACP di Rozzano

Viale Don Angelo Lonni, arteria centrale del quartiere

L'insediamento di un quartiere dell’Istituto Autonomo Case Popolari di Milano ha fortemente accelerato l'espansione insediativa e demografica a Rozzano, mutandone completamente la fisionomia originaria.

Se si osserva un grafico della popolazione residente alle date censuarie si nota subito un incremento esponenziale della popolazione Rozzanese, tra il censimento del 1961 e quello del 1971: tale incremento è da imputare totalmente alla costruzione del quartiere IACP che, nel volgere di un decennio, ha portato al quadruplicamento della popolazione.

Intorno al 1960 la crescente richiesta di alloggi popolari, causata anche dai primi massicci movimenti immigratori, induce il Comune di Milano a predisporre un piano per la realizzazione di circa 120.000 vani, affidando allo IACP la realizzazione di circa l'80% di essi.

L'istituto si trova così a dover reperire le aree necessarie proprio in un momento in cui la grande attività edilizia degli anni del miracolo economico favorisce la speculazione, sia con l'aumento dei prezzi delle aree, sia attraverso un vero e proprio blocco delle vendite dei terreni.

La ricerca di aree edificabili si estende all'estrema periferia e al di là dei confini cittadini, in particolare nel Sud Milanese dove esiste ancora l'offerta, a prezzi favorevoli, di aree libere e sufficientemente estese.

Il 30 novembre 1958 viene stipulata una delle prime convenzioni per un piano di zonizzazione privata tra l'amministrazione Comunale di Rozzano e la proprietà Ferrario di Gambarone, in cui viene determinata l'urbanizzazione di una parte dei terreni situati nella località Ferrabue e Gambarone e ricadenti nelle previsioni di espansione del “piano guida” che il Comune si era dato come strumento urbanistico preparatorio del programma di fabbricazione in corso di studio.

Tale convenzione prevede la cessione gratuita di strade, reti di distribuzione idrica, fognature, impianti di illuminazione e consente l'edificazione di 930.000 m³ di edilizia residenziale, pari all'insediamento di circa 10.000 abitanti. Con la pratica del convenzionamento l'Amministrazione riesce a sostenere gli interessi della collettività contrapponendoli a quelli dei proprietari fondiari, ai quali viene attribuito il gravoso onere della realizzazione delle opere di urbanizzazione primaria e della cessione di aree per servizi pubblici. Nel 1961 la proprietà prende contatti con il comune di Milano e lo IACP proponendo la vendita dei terreni in Rozzano. L'area si rivela interessante per lo IACP che intende realizzarvi uno dei quartieri di edilizia prefabbricata inseriti nel “primo piano di fabbricazione pesante”.

Tale piano porterà alla realizzazione, a partire dal 1963, di quattro grandi quartieri alla periferia di Milano, due a ovest (quartiere Gallaratese e degli Olmi) e due a sud (Gratosoglio e Rozzano), per un totale di circa 54.000 vani.


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