Ramesseum

Ramesseum
Il complesso del Ramesseum visto nel suo insieme
Localizzazione
StatoBandiera dell'Egitto Egitto
Altitudine85 m s.l.m.
Amministrazione
EnteMinistero delle Antichità
Mappa di localizzazione
Map
Voce principale: Necropoli di Tebe.
Pianta del Ramesseum

Il Ramesseum è il tempio funerario del faraone Ramses II in Egitto. Esso è collocato a Tebe, nell'Alto Egitto, nei pressi del fiume Nilo a poca distanza dalla moderna città di Luxor. Il nome - nella sua forma francese Rhamesséion – venne coniato da Jean-François Champollion, il quale visitò queste rovine nel 1829 identificandovi per primo i geroglifici col nome di Ramses ed i suoi titoli sulle mura. Originariamente il sito venne chiamato Casa di milioni di anni di Usermaatra-setepenra che unisce la città di Tebe coi domini di Amon[1]

Ramses II modificò, usurpò o costruì molte tra le più belle strutture del Nuovo Regno tra le quali proprio il Ramesseum, un tempio dedicato al faraone, dio in terra, dove la memoria sarebbe stata nota per generazioni a tutto il mondo dopo la sua morte corporale. I lavori per la costruzione del tempio iniziarono secondo i registri all'inizio del suo regno e si conclusero in 20 anni.

Il disegno del tempio di Ramses aderisce perfettamente ai canoni standard dell'architettura dei templi del Nuovo Regno. Orientato da nord-ovest a sud-est, il tempio stesso comprendeva due piloni di pietra per ingresso che conducevano al cortile del tempio. Oltre il secondo cortile, al centro del complesso, si trovava una sala ipostila sorretta da 48 colonne che circondava il santuario interno. Nel primo cortile inoltre si trovava una gigantesca statua del re di cui ancora oggi si possono ammirare i resti.[2]

Il colosso di Ozymandias

Come da costume, i piloni d'ingresso e le mura esterne vennero decorate con scene commemoranti scene di vittorie militari del faraone oltre a raffigurazioni di dei egizi. Nel caso del Ramesseum si trovano scene della Battaglia di Kadesh (c. 1285 a.C.) che rappresentano un'enorme opera propagandistica portata avanti dal faraone in quanto lo scontro fu in realtà funesto per gli egizi che qua vengono rappresentati trionfanti.

Della gigantesca statua di Ramses II (alta 19 metri e del peso di 1000 tonnellate) oggi rimangono solo dei frammenti ancora visibili sul terreno.[3] Dalle cave in cui venne sbozzata, la statua venne trasportata poi per 170 miglia. I resti oggi rappresentano i più grandi resti in situ di statua colossale al mondo assieme ai colossi di Ramesse a Tanis.[4][5]

I resti che si trovano nel secondo cortile includono parte della facciata interna dei piloni e una porzione del portico di Osiride sulla destra.[2] Altre scene di guerra con gli ittiti a Kadesh si ripetono sui muri.[2] Nella parte alta si trovano invece feste in onore del dio Min, dio della fertilità.[2] Sul lato opposto al cortile di Osiride si trovano altre colonne che forniscono l'idea originaria di splendore del sito perché meglio conservate.[2] Qui si trovano anche parti di due statue del re, una in granito rosa e l'altra in granito nero, affiancate all'entrata del tempio. Una delle teste di queste statue venne rimossa e si trova oggi al British Museum.[2][6] 31 delle 48 colonne della sala ipostila (misure 41m x 31m) si trovano ancora in piedi. Esse sono decorate con scene che raffigurano il re con diversi dei. Parte del soffitto è decorata con stelle dorate su sfondo blu ed è ancora conservato in pittura.[2] I figli e le figlie di Ramesse appaiono in processione sulle mura di sinistra. Il santuario è composto da tre camere consecutive con otto colonne e una cella tetrastila.[2] Parte della prima stanza, col soffitto decorato con scene astrali, è ancora oggi conservata.[2]

Adiacente alla sala ipostila si trova un tempio più piccolo dedicato alla madre di Ramses, Tuia ed alla sua amata prima moglie Nefertari. Il complesso è circondato da numerose sale di rappresentanza, granai, laboratori, e costruzioni accessorie, alcune costruite in epoca romana.

Nell'area della sala ipostila si trovava precedentemente un tempio fatto costruire da Seti I, ma oggi ne sono emerse le sole fondamenta. Esso consisteva di una corte a peristilio e da due cappelle. Papiri tra l'XI e l'VIII secolo a.C. indicano il tempio come il sito di un'importante scuola di scribi.

  1. ^ Guy Lecuyot, THE RAMESSEUM (EGYPT), RECENT ARCHAEOLOGICAL RESEARCH, su archeo.ens.fr, Archéologies d'Orient et d'Occident. URL consultato il 7 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2007).
  2. ^ a b c d e f g h i Ania Skliar, Grosse kulturen der welt-Ägypten, 2005
  3. ^ Dieter Arnold, The encyclopaedia of ancient Egyptian architecture, a cura di Strudwick, Helen (ed), I.B.Tauris, 2003, p. 196, ISBN 1-86064-465-1.
  4. ^ "The Seventy Wonders of the Ancient World" edited by Chris scarre 1999
  5. ^ Giant Statue of Ancient Egypt Queen Found
  6. ^ The Younger Memnon, su The British Museum website. URL consultato il 22 marzo 2011.

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