Ramo orizzontale

Il diagramma H-R dell'ammasso globulare M5. Il ramo orizzontale è evidenziato in giallo, le variabili RR Lyrae in verde mentre alcune delle giganti rosse più luminose sono in rosso

Il ramo orizzontale (o bracco orizzontale o HB, acronimo dell'inglese Horizontal Branch) è uno stadio dell'evoluzione delle stelle di massa media e piccola, che segue quello del ramo delle giganti rosse. L'accensione dell'elio, che avviene nelle stelle che raggiungono l'apice del ramo delle giganti rosse, determina una sostanziale modifica della struttura stellare che si traduce in una diminuzione della luminosità, nella contrazione della stella e in un conseguente aumento della temperatura superficiale. Le stelle del ramo orizzontale ricavano la loro energia dalla fusione dell'elio in carbonio nel nucleo e dalla fusione dell'idrogeno in elio in un guscio che circonda il nucleo[1][2].

Il ramo orizzontale fu scoperto studiando la fotometria degli ammassi globulari[3][4], mentre era assente in quella degli ammassi aperti che erano stati studiati fino ad allora. Il ramo orizzontale deriva il suo nome dal fatto che negli ammassi di stelle di bassa metallicità, come gli ammassi globulari, le stelle del ramo si dispongono in una linea più o meno orizzontale sul diagramma H-R[5].

  1. ^ Frank Shu, Helium Flash to Horizontal Branch (PDF) [collegamento interrotto], su physics.ucsd.edu, University of California, San Diego. URL consultato il 10 aprile 2016.
  2. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Pettini
  3. ^ H. C. Arp, W. A. Baum e A. R. Sandage, The HR diagrams for the globular clusters M 92 and M 3, in Astronomical Journal, vol. 57, 1952, pp. 4–5, DOI:10.1086/106674. URL consultato il 5 febbraio 2016.
  4. ^ A. R. Sandage, The color-magnitude diagram for the globular cluster M 3, in Astronomical Journal, vol. 58, 1953, pp. 61–75, DOI:10.1086/106822. URL consultato il 5 febbraio 2016.
  5. ^ James Schombert, Red Giant Evolution, su abyss.uoregon.edu, University of Oregon. URL consultato il 10 aprile 2016 (archiviato il 12 aprile 2016).

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