Referendum generale della Crimea | |||||||||||
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Suddivisioni della Crimea colorate in base ai risultati del referendum. | |||||||||||
Regione | Crimea Sebastopoli | ||||||||||
Data | 16 marzo 2014 | ||||||||||
Tipo | vincolante; unilaterale/non riconosciuto | ||||||||||
Esito | |||||||||||
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Quorum | raggiunto | ||||||||||
Affluenza | 84,2% |
Il referendum sull'autodeterminazione della Crimea del 2014, ufficialmente referendum generale della Crimea (in russo общекрымский референдум?; in ucraino загальнокримський референдум?; in tataro di Crimea: Umum Qırım referendumu), è stato un controverso referendum sull'autodeterminazione della penisola di Crimea (comprendente la Repubblica autonoma di Crimea e la città autonoma di Sebastopoli), in Ucraina, che si tenne il 16 marzo 2014.[1]
Inizialmente previsto il 25 maggio 2014, stesso giorno delle elezioni presidenziali in Ucraina[2], fu anticipato prima al 30 marzo e poi al 16 marzo. Il referendum fu preceduto il 4 marzo 2014 dalla richiesta del parlamento della Crimea (considerato illegale dalle autorità di Kiev), approvata con 78 voti su 81, che la repubblica - se fosse divenuta indipendente - potesse entrare a far parte della Federazione russa. Inoltre, l'11 marzo 2014 la repubblica dichiarò unilateralmente l'indipendenza dall'Ucraina[3].
Il 21 marzo 2014 la Duma discusse un disegno di legge per l'adesione della Crimea alla Federazione russa[4].
Al referendum furono ammessi a votare tutti i maggiorenni in possesso della cittadinanza ucraina residenti in Crimea e i cittadini russi ivi presenti e in possesso del permesso di soggiorno nella penisola.[5] Il Ministero della Giustizia ucraino, in occasione del referendum, bloccò la banca dati con il registro degli elettori della Crimea, per cui furono utilizzati gli elenchi degli elettori, forse non aggiornati, risalenti alle elezioni alla Verchovna Rada, il parlamento della Crimea, del 2012.[5]
Al referendum furono presenti un numero di "osservatori" volontari legati al Cremlino[6][7] da 23 Paesi; di questi, 54 erano provenienti da Stati membri dell'Unione europea e includevano membri del parlamento europeo e dei parlamenti nazionali dei singoli Stati.[8] Non parteciparono gli osservatori internazionali dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa, in quanto l'organizzazione considerò il referendum illegale e in violazione del diritto internazionale.[9]
Il referendum non è riconosciuto a livello internazionale dalla maggior parte dei Paesi,[10] principalmente a causa della presenza delle forze russe sul territorio.[11] Tredici membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite hanno votato a favore di una risoluzione che dichiarasse non valido il referendum, ma la Russia ha posto un veto e la Cina si è astenuta.[12][13] Successivamente è stata adottata una risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite con 100 voti favorevoli, 11 contrari e 58 astenuti, che ha dichiarato il referendum non valido, riaffermando il diritto dell'Ucraina alla propria integrità territoriale.[11]
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