Riforma augustea dell'esercito romano

Riforma augustea dell'esercito romano
Busto dell'imperatore romano Augusto, grande innovatore delle forze armate romane.
Descrizione generale
Attiva30 a.C. - 14 d.C.
NazioneRoma Antica
Tipoforze armate terrestri (di fanteria, cavalleria e artiglieria)
oltre a quelle marittime
Guarnigione/QGCastra Praetoria/limes
PatronoMarte dio della guerra
Coloriporpora
Anniversari21 aprile
DecorazioniDona militaria
Onori di battagliaTrionfo,
Ovatio,
Spolia opima,
Cognomina ex virtute
Comandanti
Degni di notaAugusto,
Druso maggiore,
Tiberio,
Marco Vipsanio Agrippa
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La riforma augustea dell'esercito romano rappresentò uno dei momenti principali della storia dell'esercito romano, che vide nel primo Imperatore romano, Augusto, l'artefice della riorganizzazione della macchina da guerra romana, grazie ad una disciplina ferrea, che rimase in vigore almeno per i successivi tre secoli.

«In campo militare [Augusto] introdusse molte nuove riforme e ristabilì anche alcune antiche usanze. Mantenne la più severa disciplina: dove i suoi legati non ottennero, se non a fatica e solo durante i mesi invernali, il permesso di andare a trovare le loro mogli. [...] Congedò con ignominia l'intera X legione, poiché ubbidiva con una certa aria di rivolta; allo stesso modo lasciò libere altre, che reclamavano il congedo con esagerata insistenza senza dare le dovute ricompense per il servizio prestato. Se alcune coorti risultava si fossero ritirate durante la battaglia, ordinava la loro decimazione e nutrire con orzo. Quando i centurioni abbandonavano il loro posto di comando erano messi a morte come semplici soldati, mentre per altre colpe faceva infliggere pene infamanti, come il rimanere tutto il giorno davanti alla tenda del proprio generale, vestito con una semplice tunica, senza cintura, tenendo in mano a volte una pertica lunga dieci piedi, oppure una zolla erbosa.»

Gli storici contemporanei si sono spesso trovati d'accordo nel negare le qualità militari di Augusto, insistendo sul fatto che raramente egli andò personalmente sui campi di battaglia.[1] Ma Aurelio Vittore,[2] ricordando una tradizione antica, diede di questo principe un ritratto più lusinghiero. Egli si dimostrò, invece un abilissimo uomo politico e geniale stratega. La stabilità, infatti, dell'ordinamento militare augusteo fino a Gallieno,[3] dimostrò che l'imperatore aveva avuto ragione.

  1. ^ A. Piganiol, Histoire de Rome, 1962, p.225; P. Petit, Histoire générale de l'Empire romain, 1974, p.32.
  2. ^ Aurelio Vittore, De Caesaribus, I, 1.
  3. ^ Y.Le Bohec, L'esercito romano da Augusto alla fine del III secolo, Roma 2008, pp. 263-264.

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