Rinascimento napoletano

Tavola Strozzi - prima rappresentazione della Napoli quattrocentesca
Protome Carafa - Donatello

Il Rinascimento a Napoli indica la declinazione dell’arte rinascimentale ed umanistica sviluppatasi nella capitale e nei confini del Regno di Napoli. La stagione ebbe inizio con i primi decenni del Quattrocento, già con l'arrivo di opere di Donatello e di altri scultori e pittori fiorentini a servizio della corte angioina, raggiungendo il periodo di maturità dopo la conquista del regno sotto la Corona aragonese, negli anni Quaranta del Quattrocento, che rafforzò ulteriormente i legami con Firenze e Milano.

La produzione di questo periodo non fu quasi mai opera di artisti locali, ma di forestieri che giungevano come delegazioni autorizzate negli accordi commerciali e di pace stabiliti dalle condizioni della geo-politica internazionale. Per avere una prima produzione propria si dovette attendere la fine del Quattrocento, e coincise con la diffusione della maniera moderna di Michelangelo Buonarroti, Leonardo da Vinci, Bramante, Raffaello Sanzio, Jacopo Sansovino e Polidoro da Caravaggio come principali influenze presso gli artisti regnicoli.

Inoltre la Napoli aragonese rappresentò uno dei principali porti di scambio del Mediterraneo meridionale, insieme a quelli siciliani, tessendo relazioni commerciali e culturali con ciò che restava dell'impero bizantino ad oriente e con i regni spagnoli. Con questi ultimi, il proficuo rapporto, legato anche alla comunanza della corona regnante, divenne vettore per la diffusione nella penisola iberica del Rinascimento italiano.

L'epopea si concluse, come del resto in quasi tutta la penisola, intorno alla fine del terzo decennio del Cinquecento per le vicende politiche che interessarono tutto il continente.


© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search