La rivolta di Montefalcione fu un'insurrezione popolare filoborbonica avvenuta tra il 6 e il 10 luglio 1861, che ebbe Montefalcione come suo epicentro, ma che si propagò in diversi comuni e villaggi limitrofi. Le agitazioni antiunitarie che scossero il territorio irpino in quei giorni furono caratterizzate da cruenti combattimenti e atti d'ostilità, perpetrati da entrambe le fazioni coinvolte.
Tali atti culminarono in una strage, compiuta nella cittadina di Montemiletto e dintorni da contingenti della Legione ungherese e del Regio Esercito italiano, attraverso l'uccisione sommaria, a scopo di repressione e rappresaglia, di un numero di rivoltosi e civili variabile, secondo le fonti, tra 97 e 150. Tra questi, fu fucilato anche Giuseppe D'Amore, un ragazzino di soli tredici anni[1].
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