Stadio Partenio-Adriano Lombardi

Partenio-Adriano Lombardi
La Tana del Lupo
Informazioni generali
StatoBandiera dell'Italia Italia
UbicazioneContrada Zoccolari 1
83100 Avellino
Tel. +39 0825 31522
Inizio lavori1970
Inaugurazione1971
Ristrutturazione1980, 2013, 2019, 2021[1]
ProprietarioComune di Avellino
GestoreUnione Sportiva Avellino 1912
ProgettoCostantino Rozzi
CostruttoreCostantino Rozzi
Informazioni tecniche
Posti a sedere9080
Settore ospiti500 omologati
StrutturaPianta ovale
Pista d’atleticaRimossa nel 2013
Mat. del terrenoErba sintetica (dal 17 agosto 2016)
Dim. del terreno105 x 68 m
Uso e beneficiari
CalcioAvellino
Mappa di localizzazione
Map

Lo stadio Partenio-Adriano Lombardi, già stadio Partenio, è il più grande impianto stabile per manifestazioni sportive all’aperto di Avellino, costruito da Costantino Rozzi ed inaugurato nel 1971, ospitò da allora gli incontri interni dell'Avellino, sostituendosi così al vecchio impianto di "Piazza d’armi". L’origine del nome deriva dalla catena montuosa del Partenio che circonda la città. Successivamente, a causa della morte per sclerosi laterale amiotrofica dell'ex capitano dell'Avellino Adriano Lombardi, il Comune deliberò di intitolare a questi lo stadio nel novembre 2011[2], ufficializzando la cosa durante una cerimonia tenutasi il 7 giugno 2011[3].

Terzo stadio della Campania per capienza effettiva, con oltre 36.000 posti, dopo lo Stadio Diego Armando Maradona di Napoli e lo Stadio Arechi di Salerno, nel decennio degli anni '80 arrivò ad accogliere ben 48.000 spettatori.

  1. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ristrutturazione
  2. ^ La Giunta delibera l’intitolazione dello stadio ad Adriano Lombardi (PDF) [collegamento interrotto], su comune.avellino.it, Comune di Avellino, 26 novembre 2011. URL consultato il 29 ottobre 2012.
  3. ^ Intitolazione dello stadio ad Adriano Lombardi, alle 16.30 conferenza stampa a Palazzo di Città (PDF), su comune.avellino.it, Comune di Avellino, 7 giugno 2011. URL consultato il 29 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 18 luglio 2011).

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