La tabella seguente è una lista di stati per tasso di suicidio secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ed altre fonti.[2]
Circa una persona su 5.000–15.000 muore ogni anno per suicidio (1,5% di tutti i decessi nel 2016),[3][4] con un tasso di 10,5 per 100.000 abitanti[5] in calo rispetto agli 11,6 del 2008.[6] Nei paesi ad alto reddito, i tassi di comportamenti suicidari tra uomini e donne differiscono in misura maggiore rispetto a quelli del resto del mondo: anche se le donne sono più inclini a pensieri suicidi, i tassi di suicidio sono incredibilmente più alti negli uomini (il suicidio negli uomini è stato definito una “epidemia silenziosa”).[7][8][9][10] L'Europa è la regione del mondo dove avvengono più suicidi, mentre il Mediterraneo orientale quella dove ne avvengono meno.[11][12]
Secondo uno studio del 2019, i tassi globali di decesso per suicidio sono diminuiti di un terzo tra il 1990 e il 2016, mentre il numero assoluto di decessi per suicidio è effettivamente aumentato del 6,7%, da 762.000 a 817.000 all'anno. Complessivamente, i tassi sono stati di circa 16 decessi ogni 100.000 uomini e 7 decessi ogni 100.000 donne nel 2016: nelle donne si è anche notata una maggiore riduzione rispetto agli uomini durante il periodo di studio indicato.[13][14]
Secondo le recenti pubblicazioni dell'OMS, lo stigma sociale, il tabù di discutere apertamente di suicidio e la scarsa disponibilità di dati porta a una scarsa qualità dei dati disponibili sia per il suicidio che per i tentativi di suicidio: "data la sensibilità del suicidio - e l'illegalità del comportamento suicidario in alcuni paesi - è possibile che la sottovalutazione e l'errata classificazione siano problemi di maggior rilievo per il suicidio che non per la maggior parte delle altre cause di morte".[7][15]
«In gran parte del mondo, il suicidio viene stigmatizzato e condannato per motivi religiosi o culturali. In alcuni paesi, il comportamento suicidario è un reato punibile dalla legge. Il suicidio è quindi spesso un atto segreto circondato da tabù e può perciò essere non riconosciuto, erroneamente classificato o deliberatamente sottratto ai registri mortuari.[7]»
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