Stato sardo

Voce principale: Regno di Sardegna.
Stemma sardo all'interno dell'emblema della Corona d'Aragona
Stemma sardo del 1730 all'interno dell'emblema della Corona di Casa Savoia

Lo Stato sardo nacque giuridicamente e territorialmente il 19 giugno del 1324 con l'invasione della Sardegna da parte della Corona d'Aragona (della cui titolarità erano stati investiti da papa Bonifacio VIII nel 1297), che sconfissero i pisani nella battaglia di Lucocisterna. Divenne unitario nel 1420, quando gli aragonesi, sconfitto definitivamente il trono giudicale di Arborea, ultimo a capitolare, ne incamerarono i territori. Secondo gli studiosi, in quell'epoca era uno Stato imperfetto, cioè non ancora dotato di somma potestà, ossia della facoltà di stipulare autonomamente trattati internazionali, ma comunque con un territorio ben definito, con un popolo ed un vincolo giuridico[1]. Faceva inizialmente parte del variegato complesso di stati che formavano la Corona d'Aragona. Dal 1479 in poi, dopo il matrimonio di Isabella di Castiglia con Ferdinando II di Aragona, rimase aggregato formalmente alla Corona d'Aragona tramite il Sacro Supremo Consilio Aragoniae Coronae, ma gradualmente inserito in quella compagine statale che si andava formando intorno alla monarchia degli Asburgo di Spagna e che diventerà nel XVIII secolo la Corona di Spagna.

L'8 agosto 1720, dopo la Guerra di successione spagnola, il trattato di Utrecht ed il trattato di Londra, passò ai Savoia che lo fecero diventare sovrano e perfetto, attribuendogli la summa potestas[2].

  1. ^ F. C. Casula, Breve Storia di Sardegna. Il regno di Sardegna (1324-1861), Carlo Delfino Editore, 1994, p. 185
  2. ^ F.C. Casula, Breve storia di Sardegna, p. 185

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