Stemma di Siracusa

Voce principale: Siracusa.
Stemma di Siracusa
Blasonatura
Di verde all'aquila al naturale, al volo abbassato e con l'ala sinistra chiusa, cimata di corona regia, caricata nel petto di un castello d'oro, torricellato, afferrante con gli artigli d'oro i fulmini di Giove dello stesso. Sotto lo scudo una lista d'azzurro con la scritta S.P.Q.S.[1]

Lo stemma della città di Siracusa è costituito da un'aquila dorata coronata all'antica che reca nel petto una fortezza, anch'essa di colore dorato, e tra le zampe stringe un fascio di fulmini. Di forma sannitica lo scudo è di colore verde, sotto la punta reca una lista di colore azzurro, fregiata da un ramo di ulivo, simbolo di gloria, e uno di alloro, simbolo di forza, il motto in latino "S.P.Q.S":

(LA)

«Senatus Populusque Syracusanus»

(IT)

«Il Senato e il Popolo Siracusano»

Il primo simbolo della Siracusa medievale fu l'aquila, figura rappresentativa di Zeus/Giove e di conseguenza del potere imperiale, di nobiltà, adottata a partire dall'anno 1194 - ma che si rifà all'antica tradizione monetale d'epoca greca sulla quale essa già figurava - sostituita nel XV secolo unicamente da una fortezza (o torre merlata) che meglio simboleggiava le imponenti fortificazioni delle quali la città era stata dotata e che la rendevano al tempo una delle più rinomate fortezze, o piazzaforte, d'Europa. Infine nel XVII secolo l'aquila ricompare, venendo congiunta con la fortezza e formando l'attuale stemma della città.

Il verde che fa da sfondo allo scudo sannitico simboleggia il coraggio e la speranza, è il colore della Terra; delle piante e degli alberi. Lo stemma si fregia della corona di città, rappresentata da un cerchio d'oro aperto da otto pusterle cordonate sostenente otto torri, di cui cinque visibili, il tutto d'oro e murato di nero.[2] L'attuale stemma, così come il gonfalone di drappo verde, è stato concesso con Regio Decreto l'8 dicembre del 1942.

  1. ^ Art. 3. comune.siracusa.it, https://web.archive.org/web/20210424212932/http://www.comune.siracusa.it/images/doc/STATUTO.nuovo.testo.approv.consiglio1.pdf. URL consultato il 12 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2021).
  2. ^ Cit. Mariarosa Malesani e Michelangelo Blanco. B.

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