Stendhal

Stendhal ritratto da Södermark nel 1840, Reggia di Versailles

Stendhal, pseudonimo di Marie-Henri Beyle (Grenoble, 23 gennaio 1783Parigi, 23 marzo 1842), è stato uno scrittore e militare francese.

Amante dell'arte e appassionato dell'Italia, dove visse a lungo, esordì in letteratura nel 1815 con le biografie su Haydn, Mozart, Metastasio e Gioachino Rossini seguite nel 1817 da una Storia della pittura in Italia e dal libro di ricordi e d'impressioni su Roma, Napoli, Firenze, di stampo romantico. Quest'ultimo fu firmato per la prima volta con lo pseudonimo di Stendhal, nome forse ispirato alla città tedesca di Stendal, dove nacque l'ammirato storico e critico d'arte Johann Joachim Winckelmann.

Celebrato per i romanzi Il rosso e il nero (1830), La Certosa di Parma (1839) e l'incompiuto Lucien Leuwen, capolavori scritti in una prosa essenziale ma vertiginosa, che ricerca la verità psicologica dei personaggi, ha lasciato una lunga teoria di testi e abbozzi inconclusi, testimonianza della quantità di progetti concepiti ma non realizzati[1]. Con Balzac, Dumas, Hugo, Flaubert, Maupassant e Zola, Stendhal è uno dei maggiori rappresentanti del romanzo francese del XIX secolo e anche uno dei primi e principali esponenti del realismo. I suoi protagonisti sono giovani romantici che aspirano alla felicità attraverso la realizzazione di sé, il desiderio della gloria e l'espansione di sentimenti d'amore appassionati.

  1. ^ «L'intermittenza dell’ispirazione spesso non gli consentiva di seguire fino in fondo il solco tracciato. Non è un caso che nella bibliografia stendhaliana siano più le opere incompiute di quelle concluse. Quando sopraggiungeva la noia abbandonava senza troppi rimpianti il libro a cui stava lavorando»: Massimiliano Catoni, Il tono non mente, L'indice dei libri del mese, n. 1/2023, p. 9.

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