Storia della Sicilia

Voce principale: Isola di Sicilia.

La storia della Sicilia, l'isola più grande del mar Mediterraneo per superficie e popolazione, è stata influenzata dai suoi popoli autoctoni e dai gruppi etnici e stati che sono passati sul suo territorio. Per la sua posizione geografica, essa ha rivestito un ruolo di rilievo negli eventi storici dell’Occidente che ha avuto come protagonisti il Mediterraneo e l’Europa. L'avvicendarsi di molteplici civiltà ha contribuito ad arricchire la Sicilia di insediamenti urbani, di monumenti e di vestigia, ma anche di un patrimonio immateriale di tradizioni e culture. La storia dell'Isola è legata a quella delle isole minori e degli arcipelaghi ad essa vicini: le Eolie, le Egadi, le Pelagie, Pantelleria e Ustica.

La Sicilia ha conosciuto una fiorente Preistoria grazie alle popolazioni autoctone e a quelle provenienti dall'Oriente e dal nord Europa, che, alcune mescolandosi alle popolazioni umane presenti, vi innestarono culture eterogenee come quelle di Stentinello, di Matrensa, di Serraferlicchio venute da est, il bicchiere campaniforme e i dolmen da nord-ovest: queste ultime due culture hanno caratterizzato la fine dell'età del rame[1] e gli inizi dell'età del bronzo (2200-1900 a.C.).[2] Alla Sicilia dei Sicani e dei Siculi, si aggiunsero, nella parte occidentale e in età protostorica, gli Elimi, e sempre in questa parte furono fondate dai Fenici colonie ed emporia (cioè luoghi adibiti allo scarico, al deposito e alla vendita di mercanzie), che resero ancora più appetibile questa terra grazie ai prosperi commerci che furono intessuti con tutto il bacino del Mediterraneo. Quest’ultime colline, successivamente, divennero territori di Cartagine. A partire dalla seconda metà dell'VIII sec. a.C., fu la volta delle antiche colonie greche.

La storie dell'isola è caratterizzata dall'affermarsi di varie dominazioni, dalle colonie commerciali cartaginesi nella parte occidentale alle colonie di popolamento greche nel resto dell'isola (con il formarsi di una identità siceliota), dalla conquista romana, con l'istituzione di quella che fu forse la prima provincia romana, al dominio barbarico (prima vandalo e poi ostrogoto), dalla conquista bizantina a quella musulmana, con il formarsi di un Emirato di Sicilia (948-1091). Seguì poi il Regno di Sicilia (1130-1816), fondato dal conte normanno Ruggero II ed evoluzione della Contea di Sicilia, istituita dopo la conquista dei Normanni capeggiati dagli Altavilla, nel 1071.

A partire dalla prima metà del XII secolo, la Sicilia divenne uno degli Stati più ricchi e potenti d'Europa, esteso dall'Italia meridionale al Regno normanno d'Africa. Con il matrimonio tra l'imperatore Enrico VI di Svevia e la principessa Costanza d'Altavilla, alla fine del XII secolo, il trono del Regno passò agli Hohenstaufen. Conclusosi il regno di Federico II e dei suoi figli, la corona dell'isola passò dagli Angioini, che trasferirono dalla Sicilia a Napoli il centro del regno. Nel 1282, all'indomani della rivolta dei Vespri siciliani, l'isola si staccò dalla parte continentale del regno, diventando uno Stato insulare indipendente (il Regno di Trinacria), con la dinastia aragonese, che, tramite il matrimonio di Costanza II di Sicilia con Pietro III di Aragona, mantenne i legami di discendenza sia con gli Altavilla, sia con gli Hohenstaufen (il padre di Costanza, infatti, era il re di Sicilia Manfredi, figlio naturale di Federico II). Tra il XIII e il XV secolo, il Regno di Trinacria continuò a mantenersi indipendente e ad avere propri re, tra i quali si distinse Federico III, che regnò dal 1291 al 1337. Questi rese la Sicilia una monarchia parlamentare, in virtù delle Costitutiones del 1296, che restarono in vigore fino alla Costituzione del 1812.

Successivamente, dal 1412, il Regno entrò in unione personale con i sovrani di Aragona e dal 1516 di Spagna con Carlo V d'Asburgo. In questo lungo lasso di tempo, durato circa 300 anni, la Sicilia fu governata dai viceré, che mantennero intatta la forma di Stato concepita dalle Costitutiones di Federico III, salvaguardando le prerogative del Parlamento siciliano. Nel XVIII secolo, il Regno di Sicilia passò prima ai Savoia (1713-1720) e poi agli Asburgo d'Austria (1720-1734), per poi finire nelle mani dei Borbone nel 1735. Durante i lunghi periodi di unione personale con altri Stati, il Regno mantenne sempre la propria indipendenza formale (e per molti aspetti anche sostanziale), assicurata dal Parlamento locale. Tale indipendenza venne però meno nel 1816, anno della fondazione del Regno delle Due Sicilie, e fu temporaneamente restaurata nel breve periodo monarchico-costituzionale (appena quattordici mesi) proclamato dalla Rivoluzione siciliana del 1848 (vedi Regno di Sicilia (1848-1849)).

Nel 1860, la Sicilia fu la prima regione a far parte del futuro Regno d'Italia. Durante la Seconda guerra mondiale l'isola conobbe la stagione del Movimento Indipendentista Siciliano. Come conseguenza delle spinte separatiste, anche in questo caso essa divenne la prima regione italiana ad avere uno statuto speciale: l'autonomia speciale della Sicilia fu approvata, su basi paritetiche tra Italia e Sicilia, ancor prima della nascita della Repubblica Italiana, mediante un regio decreto del 15 maggio 1946.

  1. ^ Tusa.
  2. ^ Salvatore Piccolo, Antiche Pietre: La Cultura dei Dolmen nella Preistoria della Sicilia sud-orientale, Siracusa, Morrone, 2007.

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