Storia di Legnano nel Medioevo

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Lo stemma del comune di Legnano

La storia medievale di Legnano, comune italiano della città metropolitana di Milano, nell'Altomilanese, in Lombardia, inizia con le invasioni barbariche del V secolo e termina con la fine del XV secolo.

All'epoca il borgo legnanese rappresentava per chi proveniva da Nord un facile accesso al contado milanese, e quindi possedeva una grande importanza strategica, soprattutto militare. Per tale motivo, nel Medioevo, Legnano fu teatro di una importante battaglia (29 maggio 1176), che vide l'esercito imperiale di Federico Barbarossa sconfitto dalle truppe della Lega Lombarda. Alla storica battaglia fa riferimento il Canto degli Italiani di Goffredo Mameli e Michele Novaro, che recita: « [...] Dall'Alpi a Sicilia dovunque è Legnano [...]» in ricordo della vittoria delle popolazioni italiane su quelle straniere[1]. Grazie a questo storico scontro, Legnano è l'unica città, oltre a Roma, a essere citata nell'inno nazionale italiano[1]. A Legnano, per commemorare la battaglia, si svolge annualmente dal 1935, nell'ultima domenica di maggio, il Palio cittadino[2].

Legnano continuò ad essere importante strategicamente anche nel secolo successivo alla celebre battaglia: il borgo legnanese era infatti una delle città fortificate più vicine a Milano e da essa gli arcivescovi meneghini potevano controllare meglio gli avvenimenti politici del capoluogo lombardo. Nella fattispecie, i due arcivescovi di Milano che legarono maggiormente il proprio nome a Legnano dimorandovi con una certa assiduità furono Leone da Perego e Ottone Visconti.

Dal XVI secolo Legnano iniziò a perdere gradualmente la sua funzione strategica; in questo modo, da importante avamposto militare si trasformò in semplice centro agricolo. Infatti, già dal secolo precedente, il Seprio perse il suo atteggiamento ribelle nei confronti di Milano, e quindi la presenza di truppe fisse ai confini del contado milanese non era più giustificata.

  1. ^ a b Fratelli d'Italia, su quirinale.it. URL consultato il 7 agosto 2014.
  2. ^ D'Ilario, 1984, p. 335.

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