Straniamento

Viktor Borisovič Šklovskij, scrittore e critico letterario padre del formalismo russo

Lo straniamento, tradotto dalla parola originale russa остранение (pronuncia 'astragnégnie', che significa 'allontanamento') è un artificio letterario che ha lo scopo di far uscire il lettore "dall'automatismo della percezione". Il termine fu introdotto dal teorico russo della letteratura e critico formalista Viktor Borisovič Šklovskij nel 1916[1].

Per straniamento si intende, in campo artistico, l'effetto generato da quei procedimenti che permettono di "deautomatizzare" la percezione, inducendo nel fruitore un'impressione viva e insolita di un determinato contenuto. Il termine fu coniato nel 1917 da Šklovskij nel saggio “L'arte come procedimento” (ora in Teoria della prosa)[2][3]. Šklovskij era uno dei principali esponenti dell'OPOJAZ, (Società per lo studio del linguaggio poetico), importante circolo intellettuale di cui facevano parte letterati, linguisti e poeti. Attivo tra il 1915 e il 1926, l'OPOJAZ diede un impulso fondamentale alla teoria della letteratura e in particolare allo sviluppo della scuola del formalismo russo.

Secondo Šklovskij il linguaggio poetico si differenzia da quello impiegato nella vita quotidiana in quanto non è soggetto a scopi pratici, strumentali. Di conseguenza, in un'opera autenticamente artistica, l'attenzione del fruitore è richiamata sul linguaggio stesso. Per generare un effetto di straniamento è dunque necessario che il linguaggio sia immediatamente percepito come diverso dal linguaggio comune, in accordo con il precetto di Aristotele secondo cui "Il linguaggio poetico deve apparire strano e meraviglioso". Lo straniamento deve favorire “l'impressione dell'oggetto come «visione» e non come «riconoscimento»". Ciò fa sì che il processo di fruizione dell'opera d'arte si presenti tipicamente come "difficile" e prolungato.[3]

Il concetto ebbe una enorme influenza durante tutto il XX secolo in ogni ambito della produzione artistica.

  1. ^ (IT) Gillo Dorfles, L'intervallo perduto, Skira, 2012, ISBN 978-8857216003.
  2. ^ Il saggio apparve nella seconda Raccolta di teoria del linguaggio poetico nel 1917
  3. ^ a b Todorov.

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