Teoria dello stato stazionario

Differenze tra il Big Bang e lo stato stazionario

La teoria dello stato stazionario o teoria della creazione continua è uno scenario cosmologico non standard basato sul principio cosmologico perfetto che fu proposto nel 1948 da Fred Hoyle, Hermann Bondi, Thomas Gold come alternativa alla teoria del Big Bang. La teoria dello stato stazionario postula che l'universo mantenga le stesse proprietà nello spazio e nel tempo e non abbia né inizio né fine. Essa non deve essere confusa con l'idea di un universo statico: infatti la teoria descrive un universo in espansione come la teoria del Big Bang. Ma poiché l'espansione fa diminuire la densità dell'universo nel corso del tempo, la teoria dello stato stazionario implica la creazione continua di materia per mantenere la densità costante.

Negli anni cinquanta del XX secolo questa teoria ha rappresentato la principale alternativa al Big Bang, ma è stata definitivamente confutata dall'osservazione che l'universo era diverso nel passato e, soprattutto, dalla scoperta della radiazione cosmica di fondo, e dopo gli anni 2000 l'unico sostenitore di rilievo della teoria, in forma riveduta, è stato l'astrofisico Jayant V. Narlikar, direttore del Centro di Astronomia e Astrofisica di Pune.[1] Negli anni '90 lo stesso Hoyle fece un tentativo di conciliazione teorica fra la propria teoria e il Big Bang, la cosiddetta teoria dello stato quasi-stazionario.

Qualche suo elemento (sia dal punto di vista matematico che filosofico) si ritrova comunque nella cosmologia contemporanea.


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