Trattati Roma-Cartagine

Trattati Roma-Cartagine
Tipotrattato bilaterale
Firma509, 348, 306, 279, 241, 237, 226 e 201 a.C.
Condizioniinizialmente accordi commerciali e poi militari
PartiRomani
Cartaginesi
MediatoriEtruschi (nel 509 a.C.)
voci di trattati presenti su Wikipedia

I trattati Roma-Cartagine ebbero fondamentale importanza per le relazioni non solo diplomatiche tra le due potenze, ma anche nei confronti dei Greci di Sicilia e d'Italia, che in Siracusa videro l'ultimo baluardo della grecità nell'area del Mediterraneo centro-meridionale.[1]

Roma e Cartagine, due città-stato che riuscirono a diventare imperi, a un certo punto della loro esistenza ebbero la necessità di regolare le reciproche convenienze e le rispettive zone d'influenza.

Per secoli le due città operarono fianco a fianco e perfino da alleate; gli interessi economici e le metodologie di espansione erano infatti simmetrici:

  • Roma non guardava al mare, poiché ancora impegnata a difendersi dai vicini Sabelli, Etruschi, Galli e Greci, per conquistare l'egemonia in Italia;[2]
  • Cartagine, senza un vero esercito cittadino e costretta a combattere contro i Greci di Cirene, di Massilia e di Siracusa in Sicilia, nelle lunghe guerre greco-puniche,[3] appariva pronta a sostenere le sue conquiste, solo dopo un'attenta valutazione dei costi e relativi benefici che ne sarebbero derivati;[4] e, se il partito aristocratico tendeva a estendere il potere della città nelle terre circonvicine, il partito commerciale era più portato allo sfruttamento di rotte ed empori nel Mediterraneo occidentale,[5] grazie anche alla qualità della sua flotta.[4]

Tutti questi trattati non sarebbero bastati a fermare le ostilità tra le due Potenze del Mediterraneo Occidentale, ma con la loro stipula e osservanza le relazioni fra Roma e Cartagine seguirono per secoli una rotta di reciproca tolleranza.

  1. ^ Piganiol 1989, pp. 96-98 e 139; Moscati 1986, pp. 14-17 e 28-37; Torelli 1996, (p. 571) scrive che la città greca egemone in questo contesto fu Siracusa, la quale si impegnò direttamente nello scontro con l'alleanza punico-etrusca, un tempo dominato dalle flotte delle colonie della Magna Grecia; Mommsen 1977, (Dall'unificazione d'Italia alla sottomissione di Cartagine, vol. 3, p. 20) scrisse che «Siracusa era diventata incontrastabilmente la prima potenza marittima greca» dopo la caduta della potenza etrusca.
  2. ^ Piganiol 1989, pp. 160-168 (guerra latina e sannitiche); pp. 181-186 (guerre contro Pirro). Brizzi 1997, pp. 96-112.
  3. ^ Brizzi 1997, p. 150; Moscati 1986, pp 14-17 e 28-37.
  4. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Brizzi150
  5. ^ Warmington 1968, p. 73 scrive che le colonie fenice erano chiamate emporia (mercati) ed erano piccoli centri di poche centinaia di persone, che commerciavano con le tribù indigene delle zone limitrofe. Poche di queste si svilupparono a tal punto da definirsi città. Una di queste fu Cartagine, che nel V secolo a.C. aveva più 200.000 abitanti.

© MMXXIII Rich X Search. We shall prevail. All rights reserved. Rich X Search