Venere nella fantascienza

Voce principale: Venere (astronomia).

Il pianeta Venere compare nelle opere di fantasia a partire dal XIX secolo ed è teatro di numerosissime storie di fantascienza. La sua vicinanza alla Terra e la sua superficie perennemente coperta di spesse nubi hanno fatto sì che gli scrittori, in particolare dagli anni venti, lo immaginassero spesso come un mondo umido ma abitabile dagli esseri umani,[1] finché negli anni sessanta l'esplorazione per mezzo di sonde non ha rivelato che in realtà è arido, caldissimo ed inospitale. Di conseguenza la maggior parte delle opere scritte fino ai due terzi del Novecento lo presentano piovoso e dotato di un clima tropicale, quando non addirittura completamente oceanico.

Secondo l'ipotesi nebulare di Laplace sulla formazione del Sistema solare i pianeti più esterni furono i primi a formarsi: anche per questo motivo nella fantascienza Venere fu spesso presentato come un pianeta più giovane della Terra, con una fauna ed una flora simili a quelle del Mesozoico terrestre.

Nel 1915 il chimico e fisico Svante Arrhenius, decidendo che la copertura nuvolosa di Venere era necessariamente acqua, decretò in Stjärnornas öden[2] ("Destini delle stelle") che "Una parte molto grande della superficie di Venere è senza dubbio coperta da paludi" e paragonò l'umidità di Venere alle foreste tropicali del Congo. Il pianeta divenne così, fino ai primi anni sessanta, un luogo in cui gli scrittori di fantascienza potevano ambientare ogni tipo di forme di vita inusuali, dai simil-dinosauri a piante carnivore intelligenti, con frequenti analogie alla Terra del periodo Carbonifero.

Per quanto tali descrizioni fossero state guardate con scetticismo dagli scienziati anche in precedenza, nel 1922 Charles E. St. John e Seth B. Nicholson, non essendo riusciti a determinare gli indizi spettroscopici di ossigeno o acqua nell'atmosfera, proposero un pianeta Venere desertico, polveroso e spazzato dal vento. Le più ottimistiche nozioni su Venere tuttavia non furono definitivamente confutate fino a quando le prime sonde spaziali non furono inviate sul pianeta. I dati del sorvolo del Mariner 2 (dicembre 1962) e della radioastronomia dello stesso periodo indicavano un Venere caldo e secco, ma fino al 1964 gli scienziati sovietici stavano ancora progettando sonde venusiane con la possibilità di ammarare su una superficie di acqua allo stato liquido.[3]

Prima che le sonde Venera 4 e Mariner 5 non avessero raggiunto Venere (18-19 ottobre 1967) non fu possibile confermare al di là di ogni dubbio che la situazione di Venere era quella di un deserto arido ed estremamente caldo, un mondo del tutto inospitale: le nuvole sono di acido solforico, l'atmosfera è composta prevalentemente di biossido di carbonio (la pressione atmosferica è 92 volte quella della Terra) e la temperatura alla superficie potrebbe fondere il piombo. Le storie che descrivevano un mondo umido e tropicale a quel punto svanirono,[4] con l'eccezione di quelle intenzionalmente nostalgiche e "retrofuturistiche", un passaggio che Brian Aldiss e Harry Harrison marcarono con la loro antologia del 1968 Farewell Fantastic Venus!.[5] Le storie ambientate su Venere si possono dunque dividere tra quelle che riflettono la prima, antica visione del pianeta e quelle scientificamente più accurate, scritte a partire dalla metà degli anni sessanta.

A mano a mano che la conoscenza scientifica del pianeta avanzava, gli autori di fantascienza hanno cercato di tenere il passo, in particolare facendo congetture su tentativi umani di terraformare Venere.[6] Arthur C. Clarke nel romanzo 3001: Odissea finale (1997), ad esempio, postula un'operazione di abbassamento della temperatura del pianeta deviando frammenti di comete da far precipitare sulla sua superficie. Un Venere terraformato è usato come ambientazione in un gran numero di differenti opere di fantasia.

  1. ^ Ron Miller, Venus, Twenty-First Century Books, 2003, p. 12, ISBN 0-7613-2359-7.
  2. ^ Testo originale di Stjärnornas öden nel sito del Project Runeberg
  3. ^ Inventing The Interplanetary Probe, su mentallandscape.com. URL consultato il 1º novembre 2010.
  4. ^ Steven Dick, Life on Other Worlds: The 20th-Century Extraterrestrial Life Debate, Cambridge University Press, 2001, p. 43, ISBN 0-521-79912-0.
  5. ^ AAVV, Farewell Fantastic Venus!, a cura di Brian W. Aldiss e Harry Harrison, 1968.
  6. ^ David Seed, A Companion to Science Fiction, Blackwell Publishing, 2005, pp. 134–135, ISBN 1-4051-1218-2.

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