Villi Bossi

Villi Bossi

Villi Bossi (Muggia, 8 novembre 1939) è uno scultore italiano.

Studia all'Accademia di Belle Arti di Genova sotto la guida di Lodovico Caraventa. Frequenta la Scuola Libera di Figura diretta da Nino Perizi, presso il Museo Revoltella di Trieste. Dal 1964 espone in mostre personali, di gruppo e collettive, distinguendosi per la versatilità dell'impiego di materiali diversi, dando una marcata preferenza all'uso di legno e, soprattutto, alla pietra. Risiede e lavora nel medievale Castello di Muggia.

Nel 1986 esegue per la Camera di Commercio di Trieste una grande scultura in pietra di Repen per onorare lo scambio commerciale Trieste-Salonicco (Fiera di Salonicco, in Grecia). Nel 1995 una grande scultura di marmo di Lasa viene collocata in un parco di Dresda (Germania). Nel 1999 esegue, assieme allo scultore Erik Lovko, una grande scultura in pietra d'Istria (Kirmaniak) per segnalare l'abolizione del confine tra lo Stato italiano e sloveno (Rabuiese). Nel 2004, Villi Bossi esegue per le Assicurazioni Generali un "Leone Marciano" da un monoblocco di pietra Canfanaro d'Istria di 8 metri cubi, a Bastione del Portello (Padova). Nel 2012 scolpisce un busto marmoreo per la famiglia Pacorini, e nel 2013 produce la scultura in pietra "Onda" per l'Assessorato alla Cultura della Regione Friuli-Venezia Giulia, a Trieste. Partecipa a numerosi Simposi Internazionali di Scultura: Prilep (Macedonia, 1976, 1982), Lipizza (Slovenia, 1980), Jockgrim (Germania, 1989), Kandel (Germania, 1993), Germersheim (Germania, 1997)[1], Pirmasens (Germania, 1998)[2], Portorose (Slovenia, 1999), Mostar (Erzegovina, 2006). Dal 1964 al 2012, ha tenuto 30 mostre personali in Austria ed in varie città italiane, ed ha partecipato a 40 simposi internazionali di scultura. Le sue opere sono state recensite, tra gli altri, da Giulio Montenero, Enzo Santese, Marianna Accerboni e Boris Petkovski.

  1. ^ Freilichtgalerie in der Fronte Beckers, su skulpturenweg.rlp.de. URL consultato il 26 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2011).
  2. ^ Skulpturenpark Pirmasens, su pirmasens.de. URL consultato il 31 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 16 luglio 2011).

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