Visnuismo

Un dipinto del XVIII secolo che raffigura Visnù e Jayadeva qui rappresentato come suo devoto (viṣṇubakta), conservato presso il Government Museum and Art Gallery di Chandigarh. Questa rappresentazione è una delle due classiche rappresentazioni di Visnù originarie dell'epoca dei Purāṇa (circa IV-VI secolo d.C.), l'altra lo rappresenta addormentato tra le spire del serpente cosmico Śeṣa ("ciò che resta" o anche Ananta, "infinito"). In questa raffigurazione Visnù siede nella "postura della meditazione" (padmāsana, lett. "postura del loto"); indossa una corona (kirīṭa mukuṭa, corona regale che lo individua come Cakravartin, Signore dei mondi) decorata con fiori di loto simbolo della purezza e della divinità solare; con le quattro braccia regge i suoi attributi: il disco o ruota (chakra) nel duplice significato di "ruota" solare o del carro celeste che trasporta la divinità solare e di "disco" inteso come arma da lancio e quindi con il significato di potere e protezione, esso ha il nome di Sudarśana (Bello da vedere); la mazza (gadā) che ha il nome di Kaumodakī, l'arma con cui Visnù uccise il demone Gada, essa simboleggia anche il potere del tempo che tutto distrugge; la conchiglia (śaṅka, la Charonia tritonis) è anch'essa un'arma in quanto soffiandoci dentro procura un suono che atterisce i demoni e li fa fuggire, il nome della śaṅka di Visnù è Pāñcajanya dal demone a cui la strappò Pāñcajana (Cinque elementi); il fiore di loto (padma) simbolo della divinità solare.
Vista della colonna di Eliodoro a Besnagar
Iscrizione del pilastro
Moneta di Agatocle (Ἀγαθοκλῆς ὁ Δίκαιος), II secolo a.C., Regno greco-battriano, rappresentante Vāsudeva e Saṃkarṣaṇa.
Iscrizione risalente al I secolo a.C. conservata nella grotta di Naneghat (Maharashtra occidentale) che contiene una citazione inerente alle divinità di Vāsudeva e di Saṃkarṣaṇa.
Bramini vaikhānasa durante uno yajña al Tempio di Gunjanarasimhaswamy (complesso del Tirumakudalu Narasipura; Karnataka). I vaikhānasa rappresentano ancora oggi dei "sommi sacerdoti" (arcaka; lett. "adoratori") che gestiscono numerosi templi visnuiti nell'India meridionale. Essi costituiscono una dispersa comunità di casta brāhmaṇa composta da duemilacinquecento famiglie. Rappresentando l'eredità di una scuola di rituale vedico, la Śākhā Taittirīya del Kṛṣṇa Yajurveda, i vaikhānasa svolgono la loro attività cultuale conservando scrupolosamente la tradizione e la propria integrità comunitaria nonostante i rapidi cambiamenti sociali propri dell'India contemporanea. Da notare che già la Manusmṛti (VI, 21: kālapakvaiḥ svayaṃ śīrṇair vaikhānasamate sthitaḥ bhūmau viparivarteta tiṣṭhed vā prapadair dinam) indica una regola vaikhānasa attestata da altre fonti coeve, il che farebbe supporre l'esistenza di una comunità vaikhānasa già esistente prima della nostra era, anche se i sūtra di riferimento di questa comunità sembrerebbero invece non antecedenti al IV secolo d.C.
Ganesh

Il visnuismo[1], o anche vaisnavismo[2] (dall'aggettivo sanscrito vaiṣṇavá, "devoto a Visnù"), è una delle tre principali correnti devozionali (bhakti) dell'induismo moderno, insieme allo scivaismo e allo śaktismo, che riconosce Visnù quale suprema divinità.

I seguaci sono definiti visnuiti[3] o vaiṣṇava.

Si tratta di una tradizione prevalentemente teistica, basata principalmente sulla lettura esegetica dei Veda, delle Upaniṣad (con particolare riguardo a quelle dette visnuite), dei Purāṇa (in particolar modo sui Visnù, Nārada, Bhāgavata, Garuḍa, Padma e Varāha Purāṇa), sugli Itihāsa con particolare attenzione al testo profondamente religioso della Bhagavadgītā .

Visnù è venerato anche sotto la forma dei suoi principali avatara, tra i quali i più popolari sono: Kṛṣṇa e Rāma.

Va tuttavia tenuto presente che vi sono alcune rilevanti e diffuse correnti religiose indù, di origine e natura certamente visnuita, che intendono il dio Kṛṣṇa non come avatara di Visnù, ma come manifestazione plenaria, originale e diretta del Bhagavat, Dio, la Persona suprema[4], nel qual caso gli indologi intendono identificarli più precisamente come kṛṣṇaiti[5].

  1. ^ Visnuismo, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 30 gennaio 2019.
  2. ^ Visnuismo, in Dizionario di storia, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010. URL consultato il 30 gennaio 2019.
  3. ^ Visnuita, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 30 gennaio 2019.
  4. ^

    «Per alcuni vaiṣṇava, come gli śrī-vaiṣṇava, Kṛṣṇa è un'incarnazione di Viṣṇu, e gli è dunque subordinato; per altri come i gauḍīya-vaiṣṇava, Kṛṣṇa stesso è la divinità suprema.»

  5. ^ Come fa notare Friedhelem E. Hardy è improprio sovrapporre toutcourt il kṛṣṇaismo con il vaisnavismo (o visnuismo):

    «The concept "Vaiṣṇavism" has tended to subsume all Kṛṣṇaite phenomena and has thus proved to be far too wide.»

    I tre sampradāya propri del Kṛṣṇaismo sono quelli fondati da Nimbārka (XIII secolo), Caitanya (XV secolo) e Vallabha (XV secolo).


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