Zohar

Frontespizio della prima edizione dello Zohar, Mantova, 1558.

Il Sefer ha-Zohar (in ebraico ספר הזוהר, Libro dello Splendore) o semplicemente Zohar (in ebraico זוהר Zohar "splendore"), anche testo profetico ebraico, è il libro più importante della tradizione cabalistica.

Il termine Zohar è un termine generico che serve da titolo a un corpus letterario composito la cui redazione comprende più decenni. In realtà, questo titolo non indica altro che la parte principale del testo.

Secondo l'ipotesi accademica moderna, non accettata dal mondo ortodosso, esso fu redatto in Castiglia verso il 1275, in un artificioso aramaico letterario,[1] sotto forma di un commentario al Pentateuco e con alcune appendici (commento al Libro di Rut e al Cantico dei Cantici), e rappresenta il compendio, la «summa» delle dottrine cabalistiche medievali, annoverando una ventina di testi diversi. In esso si ritrova la teoria delle dieci «Sefirot», quella dei quattro mondi, e l'altra della funzione preponderante che l'animo umano può esercitare nell'economia generale dell'universo. È un linguaggio antropomorfico, regolarmente adoperato nell'esposizione delle dottrine: l'elemento creatore è il maschio, il Padre che nel mondo delle Sefirot corrisponde alla grazia e alla bontà; esso genera l'elemento recettivo, che è la femmina, la Madre, e corrisponde alla giustizia e alla collera; dalla loro unione nasce il Figlio o Mediatore che produce la pietà e la salvezza. Lo Zohar spesso detto «santo», ebbe nel mondo ebraico una diffusione straordinaria, quasi pari a quella della Bibbia; soltanto nel secolo XVII si delineò contro di esso una reazione da parte di alcuni rabbini, che temevano la sua strumentalizzazione da parte di sette eretiche. Lo scopo al quale mira lo Zohar è puramente spirituale:

«Il libro «Zohar» riflette la luce della Madre suprema, fonte della penitenza. Gli israeliti che studieranno questo libro gusteranno l'albero di vita e non avranno più bisogno di essere messi alla prova. Zohar libererà in modo miracoloso Israele dall'esilio, e così si attueranno le parole della Scrittura: "Il Signore solo sarà sua guida, né vi sarà con lui Dio forestiero". In tale epoca Israele non dipenderà più dell'Albero della conoscenza del bene e del male; non sarà più sottomesso alla legge che stabilisce ciò che è permesso e ciò che è proibito, ciò che è puro e ciò che è impuro; perché la nostra natura ci deriverà dall'Albero della vita, e non vi saranno più né domande per parte dei cattivi né controversie suscitate dagli impuri, verificandosi ciò che sta scritto:" Io farò sparire lo spirito impuro dalla superficie della Terra."»

Lo Zohar contiene anche alcuni inni religiosi:

«All'alba, la luce della candela cede il posto a quella del giorno: domina la potenza detta mattino e spezza il dominio della potenza detta sera. Quando si manifesta questo grado detto mattino, all'orizzonte dell'Eden appare una colonna, che proietta una luce di tre colori, simili alle sfumature della porpora. Dalla colonna esce un ramo sul quale tre uccelli cinguettano lodi al Signore. Uno canta:" Lodate il Signore. voi che siete i suoi servitori; lodate il suo nome". Il secondo:" Benedetto il nome del Signore, ora e in tutti i secoli". Il terzo:" Lodato sia il nome del Signore, dall'alba al tramonto." Poi echeggia una voce che dice:" Radunatevi, Santi superiori, voi che lodate il vostro Signore, e intonate l'inno del giorno, per separare così il giorno dalla notte." Felice la sorte di colui che nelle ore della notte si consacra allo studio della Torah e già è desto nell'ora mattutina, stabilita per la preghiera.»

  1. ^ (EN) Beyer, Klaus. "Aramaic language, its distribution and subdivisions." 1986, pp. 38–43; Tenen, Stan, "Zohar, B'reshit, and the Meru Hypothesis: Scholars debate the origins of Zohar," Meru Foundation eTorus Newsletter nr. 40, luglio 2007.

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