Destriero

Due destrieri con i loro cavalieri - ill. in Codex Manesse (1305-1315).
Sul suo destriero, Guglielmo il Maresciallo disarciona l'avversario durante uno scontro.

Il destriero o destrière[1] era il cavallo da guerra o da torneo, associato ai cavalieri del Medioevo, nell'Europa occidentale. Addestrato a portare il suo cavaliere in armatura e il suo equipaggiamento in situazioni di conflitto, esperto nella carica al galoppo durante i giochi militari (giostre e quintane), era il più costoso, il più famoso e il meno diffuso dei cavalli dell'epoca. Il suo utilizzo nei tornei risale forse alla fine dell'XI secolo. In combattimento si diffuse a metà del XII secolo. Svolse un ruolo importante sui campi di battaglia occidentali fino all'arrivo della polvere da sparo alla fine del XIV secolo, il cui uso pose definitivamente fine alla supremazia militare della cavalleria all'inizio del XVI secolo. La pratica dei tornei continuò fino all'inizio del XVII secolo, poi il dressage classico si impose tra la nobiltà ed i destrieri scompaiono dai registri, sostituiti dai cavalli barocchi.

Esistono controversie sul suo modello, con alcuni storici che sostengono ancora che fosse un animale immenso con il fisico di un cavallo da tiro, che misurava fino a 1,80 m al garrese. Recenti ricerche dimostrano una taglia più modesta (1,50 m in media) e un fisico più vicino al robusto cavallo da sella. Le prove di ricostituzione sono in corso dal 1991, incrociando un cavallo da sella atletico con un cavallo da tiro leggero.

Il destriero è ben noto alla cultura popolare attraverso i suoi esponenti nei racconti del ciclo arturiano e del ciclo carolingio: es. Baiardo, Vegliantino e Gringalet. Oggi è ripreso come cavalcatura da guerra negli universi dei giochi di ruolo e dei videogiochi fantasy eroici.

  1. ^ Destrière, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

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