Matofobia

Il termine matofobia deriva dalla fusione delle parole matematica e fobia e, quindi, il suo significato è proprio paura della matematica, ovvero antipatia per la disciplina.

Il matematico sudafricano Seymour Papert afferma che tale fobia ha una natura sociale e nasce durante l'istruzione scolastica. Infatti, i bambini nascono con una grande voglia e capacità di imparare e le difficoltà di apprendimento, in relazione a qualsiasi disciplina, non nascono spontaneamente, ma vengono anch'esse indotte nell'allievo. Si assiste quindi allo slittamento dalla matofilia alla matofobia, ovvero l'allievo che amava l'apprendimento e la matematica, successivamente riesce a temerle entrambe. Il carattere sociale della matofobia è giustificato, secondo Papert, dalla convinzione, radicata nella maggior parte degli esseri umani, della dicotomia tra "persone intelligenti" e "persone stupide" e, di conseguenza, ritenendo che la matematica sia una disciplina per pochi eletti, si pensa che esistano "persone portate per la matematica" e "persone negate per la matematica", come se le abilità matematiche fossero congenite. Infatti, di frequente si sentono affermazioni di disprezzo, di avversione, di odio nei confronti della matematica, da parte di tutte quelle persone che non conservano un buon ricordo del loro percorso scolastico in relazione alla disciplina. Spesso sono vivi i ricordi di insuccessi scolastici durante le ore di matematica: gli allievi, di fronte alla risoluzione di un problema, maturano spesso un senso di limitazione e di impotenza che generano uno scoramento e l'avversione per la matematica.


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