Aaliyah

Aaliyah
Aaliyah nel 2000
NazionalitàBandiera degli Stati Uniti Stati Uniti
GenereContemporary R&B
Hip hop soul
Periodo di attività musicale1994 – 2001
Album pubblicati5
Studio3
Raccolte2 (postume)
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Sito ufficiale

Aaliyah Dana Haughton, nota semplicemente come Aaliyah (AFI: [a:ˈli:ə]; New York, 16 gennaio 1979Marsh Harbour, 25 agosto 2001), è stata una cantante, ballerina e attrice statunitense.

Entrò molto presto nel mondo dello spettacolo grazie alla partecipazione al programma televisivo Star Search e ai concerti della zia acquisita Gladys Knight. Nel 1994, a soli 15 anni, esordì con il suo primo album Age Ain't Nothing but a Number, ottenendo il disco di platino[1] e sfornando i singoli di successo certificati dischi d'oro Back and Forth e At Your Best (You Are Love). Il suo nome occupò i notiziari scandalistici quando circolarono notizie relative a un presunto matrimonio illegale con R. Kelly, suo produttore e mentore di oltre dieci anni più grande. Il secondo album, One in a Million, prodotto con la collaborazione di Timbaland e Missy Elliott nel 1996, è ancora oggi ritenuto una pietra miliare del genere rhythm and blues, nonché uno dei primi a segnare il passaggio definitivo verso lo stile del R&B contemporaneo.[2] Con quest'ultima opera, Aaliyah si impose come artista affermata nel panorama musicale americano, superando l'etichetta di enfant prodige che le era stata attribuita con Age Ain't Nothing but a Number[3]. L'album vendette in meno di un anno oltre due milioni di copie negli Stati Uniti ottenendo così il doppio disco di platino e produsse sei singoli.

Nel 1998 la cantante ricevette la sua prima nomination a un Grammy Award grazie alla canzone Are You That Somebody? tratta dalla colonna sonora del film Il dottor Dolittle. Il brano divenne quello più famoso della cantante fino a quel momento e aumentò notevolmente la sua popolarità, grazie a un enorme passaggio radiofonico e televisivo. Nel 2000 esordì al cinema come protagonista del film Romeo deve morire per cui interpretò alcuni brani della colonna sonora, tra cui Try Again che entrò nella storia come il primo singolo a raggiungere la prima posizione della classifica statunitense grazie solo al passaggio in radio. Nell'agosto del 2001, un mese dopo aver pubblicato il suo terzo album dal titolo Aaliyah,[4] la cantante perse tragicamente la vita a soli 22 anni in un incidente aereo avvenuto a Marsh Harbour, nelle Bahamas, dove si era recata per girare il video del singolo Rock The Boat.

Il canale musicale statunitense VH1 ha annoverato Aaliyah nella lista delle 100 donne più grandi della musica, posizionandola alla quarantottesima posizione.[5][6] Al momento della sua prematura scomparsa possedeva un patrimonio netto di oltre 10 milioni di dollari.[7] Avendo venduto oltre 25 milioni di dischi in tutto il mondo,[8] oggi è un'icona della musica e un modello per molti artisti rhythm and blues e hip hop e viene definita Princess of R&B e Queen of Urban Pop.[9] La rivista musicale britannica NME nel 2014 ha inserito la cantante al diciottesimo posto nella lista dei 100 artisti più influenti nel mondo della musica.[10]

  1. ^ (EN) Steve Huey, Aaliyah, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 30 agosto 2014..
  2. ^ (EN) Got to give up, in Vibe, dicembre 1996, pp. 126-128.
  3. ^ Gian Luigi Paracchini, Aaliyah, tragica fine di una stella nascente, su corriere.it, 27 agosto 2001. URL consultato il 9 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2014).
  4. ^ (EN) Note di copertina di Aaliyah, Aaliyah, [[Virgin Records]], LP, 17 luglio.
  5. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Graham
  6. ^ (EN) Lacey Seidman, 40 Greatest R&B Songs Of The '90s (COMPLETE LIST), su vh1.com, 28 giugno 2012. URL consultato il 30 agosto 2014 (archiviato il 19 settembre 2014).
  7. ^ (EN) Aaliyah Net Worth, su therichest.com. URL consultato il 10 agosto 2015 (archiviato il 27 marzo 2015).
  8. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore dischi
  9. ^ (EN) Ep. 166, su vh1.com. URL consultato il 29 agosto 2014 (archiviato il 22 ottobre 2012).
  10. ^ (EN) Emily Barker, NME's 100 Most Influential Artists: 50 - 1, su NME, 30 luglio 2014. URL consultato il 18 marzo 2019 (archiviato il 1º aprile 2019).

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