Anagogia è un termine che nel tardo latino medievale sostituisce il precedente anagoge (in greco antico ἀναγωγή) che nella logica aristotelica indica quel processo induttivo che dall'esperienza particolare porta alla definizione dell'universale e nel pensiero neoplatonico il cammino che attraverso i vari gradi del sensibile permette di attingere l'intelligibile.
Quest'ultimo significato è ripreso dall'esegesi biblica operata dalla Patristica, che dall'analisi della realtà dei fatti biblici coglie, per anagogia, un significato spirituale e futuro per cui, ad esempio, la resurrezione di Cristo va interpretata come l'evento anticipatore della resurrezione dei fedeli.[1]
Accezioni del termine assumono rilievo anche nella filosofia moderna e nel linguaggio della critica letteraria.
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