Apocalisse di Paolo (greca)

La Visio Pauli (conosciuta anche come Apocalisse di Paolo[1]) è un testo apocrifo del Nuovo Testamento appartenente al genere visionario e apocalittico, in cui viene descritto, in una prospettiva escatologica, il presunto viaggio di Paolo di Tarso nei regni ultramondani; lo spunto da cui il testo si sviluppa è dato da un passaggio della seconda lettera ai Corinzi, nel quale l'apostolo accenna di essere stato rapito fino al terzo cielo, senza però procedere con la descrizione del suo viaggio celeste (2 Cor. 12, 2-5). Composta originariamente in lingua greca tra il II e il III secolo d.C. in Egitto, l'Apocalisse di Paolo fu oggetto di numerose traduzioni e rielaborazioni successive, sulla base delle quali è possibile ricostruire la struttura narrativa del modello greco perduto. Il testo esercitò nel corso dei secoli, grazie anche alla sua eccezionale popolarità e diffusione, una grande influenza su tutte le visioni medievali successive, delle quali può giustamente ritenersi il prototipo.

  1. ^ Generalmente si è soliti definire con Visio Pauli le recensioni abbreviate e più tardive del testo, mentre con Apocalisse di Paolo si suole indicare la forma greca originaria, nonché le recensioni latine lunghe; si tratta comunque di una pura convenzione, la maggior parte dei manoscritti che contengono le recensioni lunghe portano infatti il titolo Visio, come dopotutto ci si aspetterebbe da un testo latino. Per qualche considerazione sul problema si veda Jiroušková, pp-3-4, e Zamagni (2017a), p.757.

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