Il gigantesco serpente Apopi tenuto a bada dal dio Atum. Illustrazione al Libro delle Porte che si dipana sulle pareti della tomba di Ramses I (KV16), Valle dei Re[1]. Apopi è raffigurato mentre si avvolge su sé stesso 12 volte, a simboleggiare le 12 Ore notturne, durante le quali il sole (Atum era divinità solare) doveva lottare per risorgere al mattino[2].
Apopi (anche Apofi; in greco antico: Ἄποφις, Apophis) è una divinità egizia appartenente alla religione dell'antico Egitto, incarnazione della tenebra, del male e del Caos (Isfet, Asfet nella lingua egizia) e antitesi della dea Maat, che rappresentava l'ordine e la verità. Veniva raffigurato come un gigantesco serpente[3][4]. La prima menzione di Apopi risale alla VIII dinastia; venne particolarmente onorato nei nomi del faraone Apopi[5] della XIV dinastia e del faraone hyksosIpepi (o Apopi)[6][7].
^K.S.B. Ryholt: The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period, c.1800–1550 BC, Carsten Niebuhr Institute Publications, vol. 20. Copenhagen, Museum Tusculanum Press, 1997.
^Kim Ryholt, The Political Situation in Egypt during the Second Intermediate Period c.1800-1550 B.C." by Museum Tuscalanum Press. 1997. p.125.