Architettura greca arcaica

Tempio di Atena a Paestum

L'architettura greca arcaica viene in genere collocata dal VII secolo a.C. al 480 a.C., anno della distruzione persiana di Atene, momento dopo il quale l'arte greca raggiunse la fase del suo apogeo, cui si riserva la definizione di architettura greca classica. Rispetto alla precedente fioritura dell'architettura micenea (fino circa al 1300 a.C.) esiste un buco di alcuni secoli, quelli del cosiddetto Medioevo ellenico, nel corso del quale si colloca il convenzionale passaggio dall'età del bronzo all'età del ferro.

La ripresa dell'architettura nel tardo Medioevo ellenico, nel cosiddetto periodo dello stile geometrico (secoli X-VIII a.C.), si manifestò in un primo periodo con diverse differenze: invece di cittadelle sovrastate da un palazzo del sovrano vennero costituendosi insediamenti dal nuovo carattere urbano, o poleis, cui fra l'altro corrisposero forme rinnovate di architettura religiosa, con la comparsa dei primi sacrari, poi templi, contestualmente al definirsi di un pantheon di divinità olimpiche. Questi edifici avevano una struttura affine a quella del mégaron, come attestato dai resti di quello di Tirinto, ed erano costruiti con mattoni di argilla essiccata al sole con l'aggiunta di travi in legno strutturale come sostegno. A differenza dei palazzi minoici o micenei la copertura degli edifici sacri prevedeva un'orditura lignea a falde sensibilmente inclinate. Inoltre l'adozione di un peristilio di sostegni lignei - affinché la cella in materiali deperibili fosse protetta dalle sporgenti falde del tetto, ma anche per conferire maggiore solennità sacrale - si palesò in questo periodo ed ebbe una fondamentale importanza negli sviluppi dell'architettura greca templare arcaica.


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