Arte cassinese

La locuzione arte cassinese si riferisce alla produzione artistica variamente legata al cenobio e agli abati di Montecassino cui si diede luogo tra la metà dell'VIII secolo, quando si crede si sia formata la biblioteca del monastero, e l'inizio del XII.[1] La nascita del regno normanno e il trasferimento del centro di potere a Palermo diedero origine al lento declino dell'abbazia che riprese vita in età angioina. Gli edifici del complesso monastico e i loro apparati decorativi sono noti solo tramite descrizioni letterarie, in primo luogo le descrizioni contenute nella Chronica sacri monasterii casinensis di Leone Marsicano. Ai documenti si aggiungono, per l'epoca altomedievale, le testimonianze monumentali sopravvissute in altri territori appartenuti alla Langobardia Minor, quali la chiesa di Santa Sofia a Benevento e l'abbazia di San Vincenzo al Volturno uniti a Montecassino da uno stesso orientamento politico e culturale, per descrivere il quale si utilizza la nozione di arte beneventano-cassinese. A queste scarse testimonianze si uniscono infine i codici miniati prodotti dallo scriptorium del monastero.


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