Arte islamica

Interni dell'Aljafería a Saragozza, Spagna.
Il Taj Mahal di Agra costruito dall'imperatore musulmano moghul Shah Jahan.
Riza-i Abbasi, Due amanti, Iran, 1630.

L'espressione arte islamica o arti islamiche[1] comprende le arti prodotte a partire dall'Egira (622 dell'era cristiana) fino al XIX secolo da artisti (non necessariamente musulmani), che hanno vissuto in territori culturalmente legati alla religione dell'Islam.[2][3] Essa riguarda ambiti assai vari, dall'architettura alla calligrafia, dalla pittura all'arte ceramica, ecc.

Inizialmente l'arte islamica si è ispirata a quella bizantina, a quella romana, a quella paleocristiana, a quella persiana ed a quella cinese. Fin dall'inizio l'arte islamica pratica l'astrazione e la stilizzazione delle forme che appartengono agli esseri viventi, sforzandosi di descrivere i valori spirituali dell'uomo; evita il naturalismo, che include, nella tradizione occidentale a partire dal Rinascimento, l'uso dello spazio tridimensionale, della prospettiva e della modellistica della figura umana in luci e ombre.

Può essere suddivisa in vari periodi storici:[4]

L'arte islamica è tipicamente focalizzata sulla riproduzione della calligrafia araba. Più di rado essa si dedica a figure umane: ciò è dovuto alla sensibilità religiosa dei musulmani, timorosi che alla riproduzione delle forme umane possa corrispondere il peccato di idolatria contro Allah, proibito dal Corano, e che nell'arte come imitazione della natura si possa intravedere il tentativo di copiare l'opera dello stesso Allah. Tale sensibilità ebbe importanti effetti anche sull'arte cristiana: in particolare, a ridosso della predicazione di Muhammad, sorse l'eresia pauliciana, che più tardi avrebbe rappresentato l'antesignana dell'iconoclastia. Come si dirà meglio tra poco, non è però vero che l'arte islamica rifiuti in assoluto la rappresentazione delle figure umane, essendo tale limitazione valida soprattutto nei luoghi e nelle opere di tipo religioso e meno in quelli di carattere "profano".

Viene sviluppato l'arabesco come stile ornamentale universale, stilizzazione di forme vegetali e soprattutto rappresentativo di temi geometrici e simboli presi in prestito dalla calligrafia, ma è nella costruzione delle moschee, dalla pianta simile a quella della casa del profeta Muhammad Salla Allahu ailay wa Sallam, come la Grande moschea di Cordova (785 d.C.), che si riproducono meglio che altrove i fondamenti dell'arte islamica.[5]

Caratteristici dell'architettura islamica sono l’arco a sesto acuto e l'arco a ferro di cavallo, l’arabesco e la decorazione a muqarnas.

Significativi e pregevoli, oltre ai mosaici, anche le pitture architettoniche come quella emblematica conservata nella Cappella Palatina, terminata intorno al 1140 a Palermo[6], i mausolei, luoghi di culto e di potere, la produzione di ceramiche, la lavorazione del vetro e del bronzo, i tappeti con i loro temi artistici legati alla natura. A mano a mano che le conquiste territoriali hanno aperto nuove conoscenze di arte in Asia, in Africa e in Europa, anche il gusto estetico si è aggiornato alle tendenze locali, come ad esempio quella persiana, sempre nel rispetto dei dogmi religiosi.

Pur in questa molteplicità di ispirazioni e di centri di creazione, l'arte prodotta nel contesto del mondo islamico presenta comunque una certa unità stilistica dovuta agli spostamenti degli artisti, dei commercianti, dei committenti e delle stesse opere. L'impiego di una scrittura comune in tutta la civiltà islamica e il particolare valore attribuito alla calligrafia rafforzano questa idea di unità. Altri elementi sono stati valorizzati, come l'attenzione posta alla decorazione e l'importanza della geometria e degli arazzi decorativi.[7] Tuttavia, la grande diversità delle forme e delle scene, secondo i paesi e le epoche, porta spesso a parlare più di "arti islamiche" (o "arti dell'Islam") che di un'"arte islamica". Per Oleg Grabar, l'arte dell'Islam d'altra parte non può definirsi che attraverso "una serie di atteggiamenti di fronte al processo stesso della creazione artistica".[8]

In architettura, edifici dalle funzioni specifiche, come moschee o madrase, sono creati in forme molto variegate ma seguendo spesso uno stesso schema di base. Se non esiste quasi l'arte della scultura, la lavorazione degli oggetti di metallo, d'avorio o di ceramica raggiunge frequentemente una grande perfezione tecnica. Occorre anche sottolineare la presenza di una pittura e di una miniatura nei libri sacri e profani.

Le arti dell'Islam non sono propriamente religiose: l'Islam qui è considerato come una civiltà piuttosto che come una religione.[9] Come già accennato, contrariamente a un'idea molto diffusa, esistono rappresentazioni umane, animali e perfino di Maometto: queste sono bandite soltanto nei luoghi o nelle opere religiose (moschee, madrase, Corani), a dispetto di alcune eccezioni.[10].

  1. ^ La questione della denominazione di questa materia, dall'inizio del suo studio, è stata oltremodo complessa; alcuni hanno cercato di qualificarla in maniera etnica e razziale ("arte araba", "arte persiana", "arte turca", "arte parte della produzione è profana. Il termine di Islam, nella sua accezione culturale e non religiosa, è stato preferito nel corso della seconda metà del XX secolo. Ma la questione dell'unità di tale arte resta spinosa, ed è messa in dubbio, per esempio da Oleg Grabar ne La formation de l'art islamique. L'espressione "arti islamiche" o "arti dell'Islam" è dunque sempre più spesso preferita dagli storici dell'arte a quella di "arte islamica", che si trova tuttavia frequentemente nelle pubblicazioni. A partire dal 1971, J.-P. Roux l'utilizzava per la sua esposizione al Louvre, istituzione che ha creato nel 1993 un "dipartimento delle arti dell'Islam". Per uno studio di queste questioni di denominazioni, vedi in particolare: Sophie Makariou, "Arabes versus Persans: génie des peuples et histoire des arts de l'Islam", in Rémi Labrusse (cur.), Purs décors? Arts de l'Islam, regards du XIXe siècle [cat. exp. Paris: musée des arts décoratifs, 2007-2008], Parigi, Les arts décoratifs/musée du Louvre éditions, 2007, pp. 188-197.
  2. ^ Marilyn Jenkins-Madina, Richard Ettinghauset and Architecture 650-1250, Yale University Press, ISBN 0-300-08869-8, p. 3.
  3. ^ "The term Islamic art not only describes the art created specifically in the service of the Muslim faith (for example, a mosque and its furnishings) but also characterizes the art and architecture historically produced in the lands ruled by Muslims, produced for Muslim patrons, or created by Muslim artists. As it is not only a religion but a way of life, Islam fostered the development of a distinctive culture with its own unique artistic language that is reflected in art and architecture throughout the Muslim world." ("Il termine arte islamica non descrive solo l'arte creata specificamente al servizio della fede musulmana (ad esempio, una moschea e le sue suppellettili) ma caratterizza anche l'arte e l'architettura storicamente prodotte nelle terre dominate dai musulmani, prodotte per mecenati musulmani o create da artisti musulmani. Poiché non è solo una religione ma un modo di vita, l'Islam favorì lo sviluppo di una cultura distintiva con un suo linguaggio artistico unico che si riflette nell'arte e nell'architettura in tutto il mondo musulmano.") The Nature of Islamic Art, su Heilbrunn Timeline of Art History, New York, The Metropolitan Museum of Art, 2000. URL consultato il 24 luglio 2012.
  4. ^ Encarta: Arte islamica, su it.encarta.msn.com (archiviato dall'url originale il 23 marzo 2009).
  5. ^ ExpatClic, su expatclic.com.
  6. ^ Notevoli sono tutti i monumenti della Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale. Nell'Italia meridionale vi sono altre testimonianze degli influssi dell'architettura islamica, come il duomo di Amalfi in Campania.
  7. ^ Marthe Bernus Taylor, "L'art de l'Islam", in Moyen Âge, chrétienté et Islam. Paris, Flammarion, 1996, p. 445.
  8. ^ Oleg Grabar, La formation de l'art islamique, [trad. Yves Thoraval]. Parigi, Flammarion, coll. "Champs", 2000, p. 297.
  9. ^ Per convenzione, si differenzia attraverso la grafia la religione (islam) dalla civiltà (Islam). Ne La formation de l'art islamique, Oleg Grabar mostra come l'arte islamica non sia l'arte musulmana in questi termini : "Arte islamica non si applica alle forme artistiche di una religione in particolare, poiché un gran numero dei suoi monumenti [nota: occorre prendere monumento nel senso primario di "testimonianza artistica"] hanno poco o nulla a che vedere con la fede musulmana. Delle opere d'arte, di cui si è stabilito che sono state create da e per non musulmani, possono, a giusto titolo, essere studiate come islamiche". Oleg Grabar, op. cit., pp. 11-12. Egli nota anche che "la nozione di islamico non è molto chiara" (p. 13), pur sforzandosi dopo di definirla meglio. Per lui, l'Islam si distingue attraverso una serie di concezioni stabilite meno da tendenze religiose che "dal risultato dell'impatto sugli Arabi delle culture esistenti" all'inizio del periodo (p. 132).
  10. ^ Silvia Naef, "Y a-t-il une "question de l'image» en Islam?", Tétraèdre, 2004, pp. 59-63 in particolare.

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