Auguri dell'antica Roma

Il collegio degli auguri era, dopo il collegio dei pontefici, il più importante collegio religioso dell'antica Roma. La leggenda lo fa risalire ai tempi di Romolo e Remo, al periodo cioè della fondazione della città. Divenire augure era di conseguenza uno dei più elevati onori religiosi che un romano potesse ottenere.

L'appartenenza a questo collegio, che inizialmente era di tre membri e che in seguito arrivò a sedici, si otteneva per cooptazione e durava, per principio, per tutta la vita. Entrambe queste caratteristiche assicuravano l'indipendenza degli auguri, che avevano anche a disposizione un ricco archivio di decisioni.

Come indica la lista che segue, l'appartenenza al collegio degli auguri non impediva altre attività politiche e religiose.

Verso la fine della Repubblica il collegio degli auguri aveva, grazie alla sua importante funzione per lo stato, un pericoloso potere sociale.

Non è quindi un caso che chi deteneva il potere, come Silla, Cesare, Marco Antonio erano anche degli àuguri. Più tardi, con Augusto, il titolo di augure divenne intrinseco per l'imperatore, il che portò a un controllo politico del collegio.

Fu anche frequente, nei primi periodi dell'impero che molti auguri in seguito divenissero proconsoli nella ricca e rispettata provincia Asia

La lista elenca, fino alla fine della Repubblica, auguri i cui nomi sono noti. I nomi di auguri durante il periodo imperiale sono elencati qui solo come esempio. Auguri locali (come ad esempio Marcus Tullius,un augure pompeiano) non sono inclusi.


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