Ayyappan

Ayyappa nell'arte indiana, circa 1950

Ayyappan è il dio Hindu della crescita, particolarmente popolare nel Kerala.[1][2] È una divinità sincretica, figlio di Shiva e Mohini – la rappresentazione femminile di Visnù.[3][4] Ayyappan viene chiamato anche Ayyappa, Sastavu, Hariharaputra, Manikanta, Shasta o Dharma Shasta.

L'iconografia di Ayyappan lo raffigura come un bel dio celibe che fa yoga e come modello del dharma, che porta una campana al collo. Nel pantheon indù, le leggende che narrano le sue gesta per quanto siano relativamente recenti sono diverse. Per alcuni, è anche un'incarnazione del Buddha.[4] È onorato da alcuni musulmani del Kerala, con leggende in cui Ayyappan sconfigge e ottiene l'adorazione del brigante musulmano Vavar.[2][5] Nella tradizione popolare indù, in particolare dei Ghati occidentali dell'India, è nato con i poteri di Shiva e Vishnu per affrontare e sconfiggere la malvagità mutaforma Mahishasuri. È cresciuto allevato da una coppia reale senza figli, diventando un guerriero yogi campione di vita etica e dharmica.[6] Nell'iconografia propria dell'India del sud, è raffigurato come una tigre, ma in alcuni luoghi come in Sri Lanka viene rappresentato come un elefante bianco.[7][8]

La popolarità di Ayyappan è cresciuta in molte parti dell'India, e il più importante santuario Ayyappan si trova a Sabarimala, immerso nelle colline di Pathanamthitta del Kerala. Ogni anno tra fine dicembre e inizio gennaio il santuario riceve milioni di pellegrini, molti dei quali si preparano per settimane e poi scalano la collina a piedi nudi,[4] rendendolo uno dei più grandi siti di pellegrinaggio attivo al mondo.[9] Il pellegrinaggio attira molti devoti, di diversa estrazione sociale ed economica,[2] In alcuni templi, Ayyappan è rappresentato con donne grihastha (sposata, domestica). Ayyappan può condividere una relazione storica con la divinità tamil Aiyanar. Il festival più significativo collegato al culto di Ayyappan è il Makaravilakku (Makara Sankranti), celebrato nel periodo del solstizio d'inverno.[3][10]

  1. ^ (EN) Suresh Chandra, Encyclopaedia of Hindu Gods and Goddesses, Sarup & Sons, 1998, p. 28, ISBN 8176250392.
  2. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore bri
  3. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore CushRobinson2008p78
  4. ^ a b c Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore Quinn
  5. ^ Hindu pilgrims pray at a mosque in Kerala, su dnaindia.com.
  6. ^ p. 78, ISBN 978-0-8108-7960-7, https://books.google.com/books?id=ZkkFCwAAQBAJ.
  7. ^ (EN) Mysore Narasimhachar Srinivas, Collected Essays, Oxford University Press, 2002, pp. 352–352, ISBN 978-0-19-565174-4.
  8. ^ D.P. Dubey, Pilgrimage Studies: Sacred Places, Sacred Traditions, Society of Pilgrimage Studies, 1995, pp. 136–137, ISBN 978-81-900520-1-6.
  9. ^ Copia archiviata. URL consultato il 31 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  10. ^ (EN) Roshen Dalal, Hinduism: An Alphabetical Guide, Penguin Books India, 2010, pp. 238, 350, ISBN 978-0-14-341421-6.

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