B61

B-61
B61 da addestramento per il personale di terra. Replica esatta della bomba reale (con sistemi di armamento/sicurezza) ma contenente materiale inerte.
Descrizione
Tipobomba aeronautica da caduta
Impiegotattico/strategico
Utilizzatore principaleBandiera degli Stati Uniti USAF
Altri utilizzatoriBandiera dell'Italia AM
Bandiera della Germania Luftwaffe
Bandiera dei Paesi Bassi KLu
Bandiera del Belgio Composante Air
(Programma di condivisione nucleare della NATO)
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Le B-61 sono bombe nucleari all'idrogeno di fabbricazione statunitense, prodotte nell'epoca della guerra fredda e tuttora presenti nell'arsenale nucleare americano. Le bombe B61 sono state progettate e costruite dai Sandia National Laboratories e Los Alamos National Laboratory a Los Alamos, nel Nuovo Messico.

Queste bombe rientrano nella condivisione nucleare, che prevede il dislocamento statunitense di armi nucleari tattiche e strategiche in Europa, e possono essere usate anche dai cacciabombardieri F-16 statunitensi, belgi e olandesi e dai bombardieri Tornado e F-35 italiani e tedeschi.[1]

Nell'aprile 2013 il Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d'America ha stanziato 11 miliardi di dollari per sostituire le 200 B61 presenti in Europa. Esse verranno aggiornate per essere utilizzate dai futuri F-35 Lightning e saranno dotate di alette di coda per diventare teleguidate. Queste nuove B61 denominate modello 12 sono classificate come ordigni tattici e strategici.[2]

In Italia sono dislocate 70-90 di queste bombe, custodite nelle basi NATO di Aviano (50) e Ghedi (20-40).[3][4]

  1. ^ (EN) Hans M. Kristensen, U.S. Nuclear Weapons in Europe: A Review of Post-Cold War Policy, Force Levels, and War Planning (PDF), su Natural Resources Defense Council, febbraio 2015.
  2. ^ (EN) B61-12 Life Extension Program (PDF), su nnsa.energy.gov. URL consultato il 4 febbraio 2018 (archiviato dall'url originale il 15 maggio 2017).
  3. ^ Guardian: 70 atomiche Usa custodite in Italia saranno adeguate per il lancio con gli F-35, su La Repubblica, 21 aprile 2013. URL consultato l'8 giugno 2020.
  4. ^ Armi nucleari in Italia: dove, come, perché, su Panorama, 24 aprile 2013. URL consultato l'8 giugno 2020.

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