Babenberg

Babenberg
Stato Regno dei Franchi Orientali
Sacro Romano Impero
Casata di derivazioneLuitpoldingi
Popponidi (non più accettato dagli studiosi)
TitoliMargravio della marca Orientale
Duca d'Austria
Duca di Stiria
Margravio di Carniola
Duca di Baviera
Conte palatino del Reno
FondatoreLeopoldo I di Babenberg
Ultimo sovranoFederico II di Babenberg
Data di fondazioneX secolo
Data di estinzione1246 (in linea maschile)
Etniatedesca

I Babenberg erano una potente famiglia francone-bavarese, precisamente originari dal Castrum Babenberch, l'odierna Bamberga.

Gli storici tedeschi distinguono in vecchi Babenberg (chiamanti anche Popponidi o Babenberg di Franconia) e giovani Babenberg: i primi risiedevano in Franconia e persero il conflitto contro i Corradini; i secondi invece erano residenti in Baviera orientale ed ebbero come capostipite Leopoldo I, nipote di Arnolfo di Baviera della stirpe dei Luitpoldingi[1], cui l'imperatore Ottone II affidò l'amministrazione della Marca Orientale, che allora comprendeva una piccola porzione della valle del Danubio, per ringraziarlo della fedeltà nella ribellione di Enrico II di Baviera[2]. Quest'ultima stirpe per tutto il medioevo pretese di discendere dai Popponidi, ma questa relazione non è considerata autentica dagli studiosi moderni.

In seguito i vari componenti della famiglia ne ampliarono il territorio, grazie a un'appropriata politica matrimoniale. Nel 1156 fu concessa alla famiglia una larga autonomia da parte dell'imperatore Federico Barbarossa, in seguito alla quale la marca venne elevata al grado di ducato, con capitale Vienna.

Quando però nel 1246 il duca Federico II di Babenberg morì, questa nobile famiglia si estinse con lui e il territorio che governava fu dato dopo alcuni anni dall'aristocrazia austriaca a Ottocaro II, re di Boemia, che cercò invano di mantenere il controllo dell'Austria.

  1. ^ Tietmaro, Tavole genealogiche, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 320, ISBN 978-8833390857.
  2. ^ Tietmaro di Merseburgo, Introduzione all'opera, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 13, ISBN 978-8833390857.

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