Battaglia del mare di Barents

Battaglia del mare di Barents
parte del teatro dell'Artico della seconda guerra mondiale
La fine del cacciatorpediniere tedesco Z16 Friedrich Eckoldt alla battaglia del mare di Barents in una illustrazione di Irwin J. Kappes
Data31 dicembre 1942
LuogoMare di Barents
EsitoVittoria strategica britannica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
Perdite
Circa 250 morti
1 cacciatorpediniere e 1 dragamine affondati
4 cacciatorpediniere danneggiati
Circa 330 morti
1 cacciatorpediniere affondato
1 incrociatore pesante danneggiato
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La battaglia del mare di Barents venne combattuta il 31 dicembre 1942 nelle acque del Mare di Barents, nell'ambito dei più vasti eventi del teatro dell'Artico della seconda guerra mondiale.

La battaglia si originò dal tentativo della Kriegsmarine tedesca di distruggere un convoglio navale di rifornimento degli Alleati diretto dal Regno Unito al porto sovietico di Murmansk. Difeso da unità leggere della Royal Navy britannica comandate dal capitano Robert Sherbrooke, il convoglio JW 51B fu quindi l'oggetto degli attacchi di un forte gruppo navale di superficie tedesco agli ordini dell'ammiraglio Oskar Kummetz, comprendente gli incrociatori pesanti Admiral Hipper e Lutzow e sei cacciatorpediniere. Pur subendo diverse perdite tra navi affondate o danneggiate, la scorta riuscì a trattenere i tedeschi fino all'intervento della forza di incrociatori britannici dell'ammiraglio Robert Burnett, la quale danneggiò l'Hipper e affondò un cacciatorpediniere tedesco. Con le mani legate da ordini tassativi che gli imponevano di non correre rischi inutili, Kummetz ruppe il contatto e fuggì senza essere riuscito ad affondare nemmeno uno dei mercantili del convoglio JW 51B, il quale giunse a destinazione nei giorni seguenti.

Pur modesto sul piano materiale, lo scontro fu un grave insuccesso strategico per la Germania nazista e scatenò le ire di Adolf Hitler, che arrivò ad accusare la Marina di incompetenza e a sostenere la totale inutilità delle grandi unità da combattimento di superficie. Il comandante in capo della Kriegsmarine, Großadmiral Erich Raeder, rassegnò quindi le dimissioni dall'incarico pochi giorni dopo la battaglia e fu sostituito con l'ammiraglio Karl Dönitz.


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