Battaglia di Guadalajara

Battaglia di Guadalajara
parte della guerra civile spagnola
Nazionalisti durante la battaglia di Guadalajara
Data8 - 23 marzo 1937
LuogoGuadalajara, Spagna
EsitoVittoria difensiva repubblicana
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
20.000 uomini[senza fonte]
45 cannoni
70 carri armati leggeri
120 aerei
35.000 italiani e 15.000 spagnoli
270 cannoni
140 tankette
62 aerei
Perdite
circa 2.000 morti e 4.000 feriti[1]circa 600 morti, 2.000 feriti, 1.500 ammalati e 300 prigionieri
25 pezzi d'artiglieria
90 automezzi[1]
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La battaglia di Guadalajara (8 - 23 marzo 1937) fu una delle più propagandate battaglie della guerra civile spagnola. Fu combattuta tra le forze della Seconda Repubblica Spagnola e delle brigate internazionali da una parte, e i nazionalisti di Francisco Franco della Divisìon Soria, affiancati al Corpo Truppe Volontarie (CTV), che sostenne il peso principale dello scontro, dall'altra. La battaglia si concluse con il successo difensivo dei repubblicani, che fermarono la branca settentrionale della manovra di accerchiamento di Madrid.

La battaglia iniziò con un'offensiva italiana l'8 marzo che si spinse fino al borgo di Trijueque il giorno 13. Tra il 12 e il 14 le forze italiane si assestarono sulle posizioni raggiunte, respingendo i primi contrattacchi repubblicani, in attesa che la branca meridionale della manovra d'accerchiamento (fronte dello Jarama) si mettesse in moto. Il 15 marzo i repubblicani, forti dell'inattività del fronte sud, riuscirono a far affluire forze fresche assieme a un'intera brigata di carri armati sovietici e pianificarono una controffensiva.

Il 18 marzo, grazie a una puntata in massa di carri T26-B contro le linee italiane, i repubblicani forzarono il ripiegamento dello schieramento nazionalista, recuperando circa la metà del terreno perso dall'inizio dell'offensiva. Sulle nuove posizioni i due schieramenti si affrontarono fino al 23 marzo senza più modifiche di rilievo del fronte, quando il CTV venne avvicendato da truppe nazionaliste spagnole, poiché di fronte all'inattività delle forze di Franco sul fiume Jarama, il generale Roatta, comandante delle forze italiane, ritenne inutile proseguire l'offensiva dopo aver perduto il vantaggio numerico.

La battaglia venne così considerata dai fascisti una battuta d'arresto e dai repubblicani una vittoria, il cui valore simbolico e propagandistico superò di gran lunga quello meramente strategico. Nella battaglia si affrontarono anche per la prima volta italiani fascisti del CTV e antifascisti del Battaglione Garibaldi inserito all'interno della XII Brigata internazionale in quella che fu definita "una guerra civile nella guerra civile".

  1. ^ a b Rochat, p. 111.

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