Battaglia di Stalingrado

Battaglia di Stalingrado
parte del fronte orientale della seconda guerra mondiale
Soldati sovietici in azione nel 1942 durante la battaglia
Data17 luglio 1942 - 2 febbraio 1943
LuogoStalingrado e regione tra il Don e il Volga, Unione Sovietica
EsitoDecisiva vittoria sovietica
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
1 500 000 uomini (forze complessive dell'Asse).[1]
circa 1 500 mezzi corazzati[2]
1 800 000 uomini.[3]
3 512 carri armati[4]
Perdite
oltre 1 milione di perdite totali tra morti, dispersi e prigionieri.[5][6]
100 000 rumeni e 40 000 italiani morti nella ritirata[7]
185 000 tedeschi morti nell'accerchiamento[8]
circa 400 000 prigionieri (150 000 tedeschi, 50 000 italiani, 60 000 ungheresi e 140 000 rumeni)[5]
circa 1 100 carri armati[9]
tra 580 e 640 aerei[10]
478 000 soldati morti e dispersi[11]
650 000 feriti[11]
2 915 carri perduti nel periodo novembre 1942-febbraio 1943[11]
706 aerei perduti nel periodo novembre 1942-febbraio 1943[11]
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Con il termine battaglia di Stalingrado (in russo Сталинградская битва?, Stalingradskaja bitva, in tedesco Schlacht von Stalingrad) si intendono i duri combattimenti svoltisi durante la seconda guerra mondiale che, tra l'estate del 1942 e il 2 febbraio 1943, opposero i soldati dell'Armata Rossa alle forze tedesche, italiane, rumene e ungheresi per il controllo della regione strategica tra il Don e il Volga e dell'importante centro politico ed economico di Stalingrado (oggi Volgograd), sul fronte orientale.

La battaglia, iniziata con l'avanzata delle truppe dell'Asse fino al Don e al Volga, ebbe termine, dopo una serie di fasi drammatiche e sanguinose, con l'annientamento della 6ª Armata tedesca rimasta circondata a Stalingrado e con la distruzione di gran parte delle altre forze germaniche e dell'Asse impegnate nell'area strategica meridionale del fronte orientale.

Questa lunga e gigantesca battaglia, definita da alcuni storici come «la più importante di tutta la seconda guerra mondiale»,[12] segnò la prima grande sconfitta politico-militare della Germania nazista e dei suoi alleati e satelliti sul fronte orientale nonché l'inizio dell'avanzata sovietica verso ovest che sarebbe terminata due anni dopo con la conquista del palazzo del Reichstag e il suicidio di Hitler nel bunker della Cancelleria durante la battaglia di Berlino.[13]

  1. ^ Scotoni 2007, pp. 181, 261.
  2. ^ I dati si riferiscono al periodo novembre 1942-febbraio 1943; Scotoni 2007, pp. 411, 233; Glantz 2014, pp. 168-169; Glantz 1991, p. 28.
  3. ^ Scotoni 2007, pp. 117-118, 259.
  4. ^ Scotoni 2007, p. 171. Numero di mezzi corazzati disponibili nel periodo novembre 1942-gennaio 1943.
  5. ^ a b Erickson 1983, p. 76. Il dato si riferisce al periodo novembre 1942-marzo 1943 e non include le perdite nel periodo luglio-ottobre 1942.
  6. ^ Glantz & House 2014, p. 602.
  7. ^ Scotoni 2007, p. 576.
  8. ^ Beevor 2000, p. 478.
  9. ^ Glantz & House 2014, p. 603. Dati riferiti al periodo novembre 1942-gennaio 1943; l'autore calcola 818 carri tedeschi distrutti; 115 rumeni, 55 italiani e circa 100 ungheresi.
  10. ^ Glantz & House 2014, p. 603.
  11. ^ a b c d Glantz & House 1996, p. 295.
  12. ^ Giannuli 2005, p. 235.
  13. ^ Shirer 1990, pp. 1421-1422; Boffa 1979, pp. 102-103.

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